Mali, Senegal, Costa d’Avorio. Da anni il Polesine sta accogliendo i profughi provenienti da varie zone dell’Africa e che raggiungono le coste italiane per la maggior parte attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. Di sbarchi l’Italia ne registra quasi ogni giorno: migliaia i migranti che, attraversato il Mediterraneo, arrivano sulle nostre coste e vengono soccorsi. Altrettanto spesso si registrano invece gravi tragedie in cui perdono la vita centinaia di persone.
Anche il Polesine, in tutto questo, sta facendo la propria parte, accogliendo una quota di migranti che, dai centri di accoglienza, vengono destinati in Veneto. Non solo: la provincia di Rovigo sta facendo uno sforzo che va oltre il massimo stabilito. Per intenderci: il Ministero dell’Interno ha deciso che la nostra regione può ospitare una quota di migranti pari a 3.742 persone e la loro accoglienza è regolata dal Tavolo di coordinamento regionale formato dai prefetti di tutte le sette province che si sono riuniti intorno alla metà di febbraio per fare il punto della situazione. La strategia fi nora seguita dalle Prefetture è stata quella di rivolgersi agli organismi di volontariato e alle strutture ricettive per consentire una distribuzione diffusa per numeri medio piccoli sul territorio provinciale fi no ad una quota massima stabilita sulla base della popolazione residente. Quota che per il Polesine si aggira intorno alle 150/160 persone. Ma proprio nei giorni scorsi il numero di migranti alloggiati in varie strutture del territorio (una sessantina si trova, ad esempio, tra l’hotel Delta park e Villaregia a Porto Viro, altri sono stati ospitati all’ostello Canalbianco di Arquà Polesine) è stato superato di qualche decina. Già, perché a Loreo, nella struttura Piccola Venezia di Retinella, sono stati collocati 39 nuovi migranti dei quali ben 34, secondo quanto riferito dal prefetto Francesco Provolo, sarebbero stati assegnati alla provincia di Padova mentre la prefettura rodigina aveva dato la disponibilità ad accogliere solo cinque nuovi arrivi da aggiungere ai 152 già presenti.
Va detto che, sempre secondo il prefetto Provolo, la loro permanenza in Polesine sarà molto breve, al punto da non alterare, di fatto, la quota massima di migranti assegnata alla nostra provincia, fi ssata intorno alle 160 persone. La quasi totalità dei profughi in Polesine sono infatti in attesa del riconoscimento della protezione internazionale da parte della commissione territoriale, al centro, proprio in questi giorni, di un’azione di riorganizzazione sull’asse Gorizia- Verona-Padova. La protezione internazionale può assumere diverse forme ma per qualcuno, però, c’è anche la bocciatura: in media, come ha spiegato Carlo Zagato, presidente di Porto Alegre, la cooperativa che si occupa del loro inserimento sociale, il 50% delle richieste viene respinto per la mancanza dei requisiti. Ciò che è certo, comunque, è che, complice la campagna elettorale alle porte, sul tema dei profughi si sta scatenando una vera e propria battaglia politica che vede in prima linea i partiti del fronte anti-immigrazione come ad esempio Forza Nuova e la Lega Nord con in testa il governatore Luca Zaia, in cerca di essere confermato per altri cinque anni alla guida del Veneto. Dall’altra ci sono amministrazioni di segno politico opposto, come ad esempio il Comune di Porto Viro, che si sta impegnando a portare avanti nuovi progetti di integrazione sociale rivolti proprio ai profughi presenti sul suo territorio.
Forza Nuova non ci sta: “Rubano i diritti dei nostri avi”
La presenza dei profughi in Polesine, come in tutto il Veneto, ha avuto conseguenze sul piano politico. Diverse sono state infatti le voci contrarie alla loro presenza sul territorio che si sono sollevate da più fronti. In primis quella del governatore Luca Zaia che pochi giorni fa è intervenuto affermando senza mezzi termini che “l’emergenza profughi dal Nordafrica, gestita in Libia dai terroristi dell’Isis, e in Italia dalle organizzazioni malavitose, diventerà invasione, una specie di guerra in cui il nemico usa come armi degli esseri umani di fatto ridotti in schiavitù”. E ha aggiunto: “Noi diciamo basta, i territori dicono basta. Occorre prendere immediatamente contromisure efficaci, la prima delle quali è il blocco navale come deterrente alle partenze. La seconda è convogliare in un fondo internazionale la valanga di milioni che si spendono per Frontex e per un’accoglienza che non è tale e utilizzarli per portare aiuto alle popolazioni che soffrono nei loro paesi”.
Il presidente del Veneto cita anche il caso di Loreo dove l’arrivo di 39 nuovi profughi nella struttura Piccola Venezia di Retinella era stato pianifi cato senza che il sindaco fosse avvertito: “Questa è prepotenza istituzionale, non gestione di un’emergenza perché in un colpo solo si offende la dignità dei cittadini, delle istituzioni locali e anche degli immigrati che, una volta sbarcati, vengono trattati come pacchi postali da spedire il più lontano possibile, il prima possibile”. Dalla parte del governatore è schierata la Lega Nord di Rovigo i cui militanti da settimane distribuiscono dei volantini al mercato e davanti alle chiese la domenica mattina per protestare contro l’immigrazione clandestina. Per loro la questione è strettamente collegata al tema della sicurezza: “La sicurezza per noi è un tema importante visto che furti e rapine sono ormai all’ordine del giorno così come i continui sbarchi incontrollati di immigrati. La situazione è ancora più allarmante per il fatto che tra questi potrebbero esserci infi ltrati dei terroristi dell’Isis” ha dichiarato Alberto Cavalieri snocciolando alcuni dati: “Secondo i dati della Frontex (l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue), gli immigrati clandestini nei primi mesi del 2014 erano aumentati dell’823% per arrivare ad un totale nell’intero 2014 di oltre 170mila. Questi dati sono allarmanti visto che solo una piccola parte sono rifugiati politici, e tutti gli altri che fanno? E’ un traffico di esseri umani, uno dei tanti business delle mafie. Questo non è essere xenofobi o razzisti, ma realisti e razionali”. Sulla stessa linea anche Michele Capanna, sempre della Lega Nord: “Mare Nostrum è un’operazione che incentiva l’immigrazione clandestina dragando le casse dello Stato di risorse che potrebbero invece essere impiegate per gli italiani in diffi coltà. Solo una minima parte di migranti è costituita da veri rifugiati politici”. E proprio a Porto Viro, dove i profughi hanno protestato contro i tempi lunghi della commissione territoriale che si occupa del riconoscimento della protezione internazionale, nei giorni scorsi si è svolta una manifestazione di protesta dei militanti di Forza Nuova. Durante il mercato settimanale del sabato tra via Roma e piazza Marconi, gli esponenti del partito, per voce del loro coordinatore provinciale Enrico Mantoan, hanno fatto sapere: “Questa manifestazione vuole dare voce al popolo italiano che si vede derubato dei diritti guadagnati dai propri avi e si trova beffeggiato dal governo che continua a fi nanziare un’immigrazione sconsiderata”.
di EiisaBarion