giovedì, 28 Marzo 2024
HomeVenezianoChioggiaLoreo-Chioggia, l’unica linea ferroviaria da oltre un secolo 

Loreo-Chioggia, l’unica linea ferroviaria da oltre un secolo 

Tempo di lettura: 3 minuti circa

loreo chioggiaTreni vetusti, corse saltate e sostituite con gli autobus, stazione nel degrado. Sono solo alcune delle note dolenti della linea ferroviaria che collega Chioggia al capoluogo rodigino. Era il lontano 23 maggio 1887 quando venne inaugurata la tratta Loreo-Chioggia, a completamento della strada ferrata Chioggia-Rovigo. Da allora questa tratta è rimasta l’unica che si addentra nel Clodiense e gli infiniti dibattiti sulla necessità di dotare la città di nuovi collegamenti non hanno fatto che cristallizzarsi in propositi utopistici. Mentre la politica non è mai stata in grado, in un secolo e quasi tre decadi, di dare una risposta per il potenziamento della rete ferroviaria e la sua estensione verso il Padovano e il Veneziano, la Chioggia-Rovigo mostra ogni giorno le sue criticità strutturali. “Nel 1861, quando Chioggia divenne italiana — spiega il pendolare Luca Sassetto — il deputato Sante Bullo e il sindaco Antonio Naccari sollecitarono l’allora presidente del Consiglio per la costruzione della ferrovia. Ma ancora prima, nel 1845, fu il conte Marcantonio Sanfermo a rivelare l’utilità di una linea ferrata che collegasse Chioggia e il suo porto con il fiume Po e con Adria”. Sassetto, assiduo frequentatore della linea, illustra il cambiamento di questo importante servizio. “Negli anni ‘50 e ‘60 — spiega — la linea veniva usata da molti studenti che si recavano ad Adria all’istituto Magistrale e al Conservatorio, ma dagli anni ‘80 in poi fu sempre più abbandonata tanto che nel 1999 fu automatizzata la stazione. Nel 2009 la linea venne ceduta a Sistemi Territoriali”. Il 2009 sembrava fosse l’anno della rivoluzione, con l’avvio di un collegamento Chioggia-Venezia via Adria-Piove di Sacco- Mestre. Ma questo fantomatico servizio, sebbene fosse stato reso operativo, in realtà non è mai stato reso concorrenziale, a causa dei tempi di percorrenza troppo elevati. Nel 2007 si stimavano 70 minuti per coprire la tratta Mestre-Chioggia. Ad agosto 2013, invece, usando il servizio offerto, chi voleva testare il treno “della rivoluzione”, per giungere a Mestre si sarebbe dovuto recare in stazione a Chioggia alle 5.58, per arrivare a destinazione alle 7.44, impiegando quindi un’ora e 46 minuti, ben 36 minuti in più rispetto a quanto annunciato nel 2007. “Quel treno — sostiene Sassetto — finì col morire senza mai essere stato usato, perché impiegava quasi il doppio di tempo del tradizionale bus Actv”. Tramontate anche le illusioni su un servizio che risultava un giro dell’oca, gli utenti si sono adoperati per cercare di far aumentare le corse, ridotte da molti anni all’osso. “L’allora assessore regionale alla mobilità Renato Chisso — spiega Sassetto — rivoluzionò l’intero trasporto ferroviario regionale, introducendo il cosiddetto orario cadenzato. I treni da Chioggia a Rovigo passarono da sette a undici per direzione al giorno”. Ma qualcosa continua a non funzionare. “Gli stessi treni che prima percorrevano al massimo 150km al giorno — continua il pendolare — con il nuovo sistema sono stati costretti a farne anche più del doppio e questo ha implicato una maggiore usura e un maggior numero di guasti. In caso di blocco dei treni entra in campo l’odiato pullman sostitutivo, un fenomeno che da qualche mese ha raggiunto frequenza esagerata: da febbraio ad aprile 2015 almeno metà corse giornaliere vengono “autosostituite” ogni quattro giorni. E ciò implica un aumento esagerato dei tempi di percorrenza”.
di Andrea Varagnolo