“Nemmeno dalle autorità presenti è venuto alcun accenno all’opportunità di rimanere pubbliche – tuonano i Comitati in un comunicato stampa diffuso ieri -, con la possibilità di essere direttamente affidatari di servizi da parte dei Comuni del territorio, di poter, quindi, rendere efficace, efficiente ed economica tutta l’offerta dei servizi (residenziali, non residenziali e domiciliari) grazie alle sinergie ed alle economie di scala.”
Un’alternativa che, secondo i Comitati, non è stata presa in considerazione perché giustificata solo da ragionamenti di carattere economico. Depubblicizzare l’IPAB “darebbe modo di versare meno IRAP, meno contributi per i dipendenti, di non applicare le regole sulle gare d’appalto per gli acquisti”.
L’IRAP infatti rappresenta il grosso del finanziamento del fondo sanità, e da questo attingono anche le entrate regionali delle Case di Riposo. “Nel medio periodo ci sarà dunque una forte diminuzione delle entrate pubbliche e un conseguente innalzamento delle rette, senza contare che la diminuzione dei contributi previdenziali per i dipendenti si tradurrà in futuro in anziani con una pensione così esigua e da un livello di rette maggiorato da dover essere integrato a spese dei Comuni e quindi dalla collettività”.