venerdì, 29 Marzo 2024
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ASD LEGNARO. Scuola di calcio, …scuola di vita

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asd legnaroL’A.s.d. Legnaro è una società calcistica dedicata esclusivamente al settore giovanile e da quest’anno è diventata anche scuola calcio. Non poteva che prendere il nome da Filippo “Pippo” Maniero, ex calciatore professionistico che ha scelto di mettere a disposizione tutta la sua esperienza e passione per la società del suo paese.
“Essere scuola calcio qualificata – spiega Maniero – significa fornire ai nostri ragazzi e alle loro famiglie un servizio completo finalizzato all’apprendimento del gioco del calcio secondo quelli che sono i sani principi dello sport: divertimento, socializzazione, competenza”.
La risposta nei confronti del progetto è positiva visto che gli atleti, dai 6 ai 16 anni, in un paio anni sono cresciuti da 135 a 160 unità.

“Il nostro obiettivo – continua Pippo – è riuscire dare qualcosa di positivo ai ragazzi attraverso l’abbinamento in cui aspetto educativo e cultura calcistica procedano di pari passo. Un ruolo fondamentale in quest’ottica è offerto dai nostri istruttori, tutti insegnanti Isef nonché praticati dello stessi di questo sport”.
Tra i compiti della scuola calcio c’è anche quello di organizzare incontri formativi per i propri dirigenti, allenatori e anche per i genitori dei ragazzi. Uno di questi si è tenuto proprio ad inizio ottobre e ha visto la partecipazione come relatore, insieme allo stesso Maniero, anche di Carlo Perrone, ex calciatore professionista ed ora tecnico e dirigente, che ha messo a disposizione dei presenti tutta la sua esperienza, preparazione e professionalità.
L’argomento della serata ha riguardato i cambiamenti della gestione del settore giovanile intercorsi negli ultimi trent’anni, in particolare per quanto riguarda la gestioni dei rapporti tra le varie figure in causa.
“Le regole comportamentali – dice Maniero – sono sempre le stesse. Quello che è cambiato è la gestione dei rapporti che è sempre più delicata. Diventa fondamentale per i ragazzi imparare ad accettarle, perché sono insegnamenti non limitati allo spogliatoio e al campo, ma che trovano applicazione anche nella loro vita. La nostra missione è quella di formarli in primo luogo sotto l’aspetto umano”.

Un percorso che deve essere necessariamente condiviso anche con le famiglie che giocano un ruolo fondamentale anche quando si tratta di pratica sportiva. “Facciamo degli incontri anche con i genitori – aggiunge – per dare dei parametri formativi. Il loro compito deve essere quello di sostenere i propri figli creando le condizioni perché siano tranquilli e sereni e prendano il calcio per quello che è, ovvero un gioco e un divertimento. Le troppe pressioni possono avere degli effetti negativi, come il fenomeno dell’abbandono precoce. Se un ragazzo ha delle doti, queste alla fine usciranno sempre, indipendentemente da dove giochi”.

 

Di Alessandro Cesarato

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