giovedì, 28 Marzo 2024
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Gravidanza e gatti

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Andrea FeliciatiA noi veterinari capita molto spesso di ricevere la visita o la telefonata di donne in dolce attesa che ci chiedono come comportarsi col proprio gatto perché hanno sentito che può trasmettere una malattia, la toxoplasmosi, altamente nociva per il feto.
Cerchiamo di fare chiarezza sulla patologia.
La toxoplasmosi è una malattia causata da Toxoplasma gondii, un protozoo. E’ una malattia che può essere pericolosa per il feto solo se contratta nella prima parte della gravidanza. Toxoplasma ha come ospite definitivo il gatto, che, se infetto, emette il parassita nell’ambiente attraverso le feci: da qui nasce la teoria secondo cui le donne in gravidanza non dovrebbero avere contatti con i gatti.
La toxoplasmosi viene contratta ingerendo le oocisti presenti nelle feci del gatto infetto, mangiando ortaggi mal lavati e contaminati dalle feci di gatto infetto e soprattutto ingerendo carni crude o poco cotte di animali infetti(cavallo, agnello, maiale da cui gli insaccati, a volte manzo). Il ruolo del gatto come portatore della malattia è stato ridimensionato, in particolare se si tratta di un gatto domestico la cui

lettiera viene pulita frequentemente: sono necessari infatti 2-3 giorni affinché il parassita eventualmente presente nelle feci del gatto sotto forma di oocisti diventi resistente e di conseguenza infettivo per l’uomo. Il gatto normalmente emette le oocisti solo per 15 giorni durante l’infezione acuta. Inoltre è poco probabile che un gatto che vive in casa si infetti con Toxoplasma, soprattutto se non si nutre di roditori ed uccellini a loro volta portatori di Toxoplasma. Altro aspetto fondamentale: il 60% della popolazio- ne, durante la propria vita, è già entrato in contatto con l’agente infettivo sviluppando eventualmente la malattia (asintomatica nella maggior parte dei casi); una volta guariti dalla toxoplasmosi non ci si amma- la più perché si sviluppa un’immunità anticorpale permanente. In conclusione, se una donna in gravidanza è immune il problema non si pone nemmeno, se non lo è basta seguire piccoli accorgimenti come cambiare frequentemente la lettiera del gatto possi- bilmente usando dei guanti; in ogni caso il rischio di contrarre la malattia dal proprio gatto è certamente inferiore a quello che si corre mangiando ortaggi mal lavati o carne cruda o poco cotta.

A cura del Dottore Andrea Feliciati

Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Rovigo e Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A.

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