giovedì, 28 Marzo 2024
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Rovigo, ancora incertezze sul riutilizzo del manicomio di Granzette

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manicomio rovigoCosa fare dell’ex manicomio di Granzette? Senza alcun dubbio è un argomento che torna con costanza, nel dibattito e nella polemica politica, sopratutto in occasione delle campagne elettorali. Alla resa dei conti, però, quell’immenso parco e quei grandi padiglioni sono ancora lì, abbandonati a se stessi dal 1997, quando la struttura venne lasciata.

Poco o nulla da quel momento è stato effettivamente fatto per recuperare e riqualificare la zona dell’ex manicomio che versa, ormai, nel totale degrado. Non mancano comunque le visite, spesso di curiosi e fotografi, mentre nel recente passato chi viveva nelle vicinanze segnalava altre presenze, molto probabilmente senzatetto che avevano trovato una sistemazione di fortuna negli ampi padiglioni dell’edificio. Persone in difficoltà economiche e sociali che tra le mura dell’immenso stabile cercavano riparo dalle intemperie.

Il manicomio di Granzette invece, nell’ultimo periodo, ha ottenuto una popolarità di ordine completamente differente, molto particolare. Numerosi siti di fotografi amatoriali e professionisti riportano scatti fatti proprio all’interno della struttura, per lo più in bianco e nero, per aumentare il mistero che avvolge il luogo.

Ma se l’ex ospedale psichiatrico suscita l’interesse dei fotografi, non sembra fare lo stesso per quanto riguarda le amministrazioni che negli ultimi 18 anni si sono succedute e alle quali spetterebbe trovare una soluzione e una destinazione per l’area. Nessun intervento, infatti, è mai stato effettuato. Ad onor del vero, però, la proprietà dell’area e dello stabile è dell’Ulss 18 e non è quindi direttamente competenza comunale o provinciale. Se i tentativi di accordo, convenzione e collaborazione tra Ulss e amministrazioni locali sono stati siglati in anni più o meno recenti, tutto è sempre finito nel dimenticatoio e ad oggi l’area è ancora abbandonata e pericolante. E non semra che all’orizzonte ci possano essere soluzioni di un qualche tipo.

Ripercorrere la storia recente dell’area signifca ripartire da quel 1997 quando i cancelli dell’ospedale vennero definitivamente serrati, perché, nella pratica, nulla più a partire da quel momento è stato fatto.

Dopo l’entrata in vigore della legge Basaglia (era il 1978) che aboliva, di fatto, i manicomi, nessun nuovo paziente entrò dal cancello della struttura, ma furono necessari quasi vent’anni per trovare una sistemazione ai pazienti presenti, molti dei quali avevano passato quasi tutta la loro vita là dentro. Così l’ospedale venne riorganizzato seguendo le direttive della nuova legislazione, cercando di garantire ai pazienti assistenza e cure mediche, necessarie per il reinserimento nella società. L’ultimo direttore dell’ospedale psichiatrico fu Rolando Palmarin, medico psichiatra che, alla chiusura della struttura, divenne responsabile del servizio psichiatrico dell’ospedale civile di Rovigo.

Per diversi anni, poi, l’ex manicomio è stato utilizzato dall’Ulss come archivio cartaceo e magazzino, fino al definitivo passaggio al digitale che, abolendo la carta, ha di fatto segnato la fine di ogni possibile attività all’interno della struttura. Ora, sarebbe bello trovare una nuova destinazione per questo “pezzo di storia”.

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