“In queste ore si scava per risalire all’origine del denaro che, anche nel Veneto, lascia il nostro Paese per finire nelle tasche dello Stato Islamico e dei fanatici fondamentalisti, dalla Procura di Venezia al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il buco nero dei fondi al terrorismo attraverso le agenzie di “money transfer” è però da ricercare anche nel mondo sommerso dell’illegalità, dal gioco d’azzardo allo spaccio di droga”. Così i consiglieri tosiani Maurizio Conte, Stefano Casali, Giovanna Negro e Andrea Bassi sollevano interrogativi sui finanziamenti al terrorismo e ai programmi di proliferazione armi di distruzione di massa.
“Il sistema del Money transfer, cioè di rimesse a pagamento utilizzato soprattutto dagli stranieri che spediscono denaro in patria – spiegano i quattro consiglieri – è volatile, indiretto, e quindi pericoloso: permette facili trasferimenti di denaro (in Italia la soglia è di 1000 euro ad operazione ma facilmente raggirabile, perché è già stato dimostrato da inchieste giornalistiche come sia sufficiente presentarsi a due sportelli diversi per fare più operazioni). Molto di questo denaro è mosso da fini leciti, ma non sempre: i flussi di liquidità potrebbero arrivare dal mondo sommerso dell’illegalità che spazia dallo spaccio di droga al gioco d’azzardo fino alla vendita abusiva di merce contraffatta. L’unica strada è il monitoraggio – concludono i consiglieri – e pene più severe per i colpevoli di simili reati, con condanne da scontare in patria come abbiamo richiesta nella mozione di alcuni mesi fa”.