mercoledì, 29 Marzo 2023

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L’allarme: troppi abusivi nelle professioni, soprattutto in edilizia

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ediliziaAbusivi in ogni professione, ma nel comparto edile la situazione si fa davvero difficile. Artigiani improvvisati, dipintori della domenica, concorrenza sleale ai danni di chi combatte ogni giorno contro tasse e burocrazia. “Noi siamo sommersi da controlli di ogni tipo, loro fanno ciò che vogliono: non versano contributi, non pagano l’Inps e non sono iscritti alla Camera di Commercio. Questa è concorrenza sleale”. A prendere posizione sono gli artigiani edili del Miranese, sempre più stufi di combattere con tasse e documenti mentre chiunque può fare concorrenza improvvisando dipinture, restauri e manutenzioni casalinghe. Una vera e propria levata di scudi la loro, contro i lavoratori in nero.

E’ l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese del Miranese a farsi sentire: “Il lavoro in nero penalizza moltissimi imprenditori – ha spiegato più di una volta Nicola Bettin, capo della categoria “edilizia” per l’associazione. In fondo chiediamo solo la presenza di una qualifica, da ottenere dopo un preciso percorso professionale. Per lavorare servirebbero dei requisiti minimi”. Ad essere infuriato è soprattutto chi lavora da decenni in questo settore: “Il lavoro in nero continua ad aumentare, in tempi di crisi il committente guarda solo al risparmio a scapito della qualità – dice un impresario di Salzano. Spesso il privato non conosce i rischi in caso di infortuni. Manca un’efficiente rete di controlli specifici”. Andrea Dal Corso, funzionario dell’associazione, pensa anche ai costruttori: “Quello edile è un settore troppo libero. Nel Miranese tra il 2000 e il 2006 c’è stato un boom di nuove lottizzazioni: molti si sono improvvisati impresari, sfruttando un vuoto normativo e accedendo a mutui e finanziamenti con troppa libertà. Il sistema è stato gonfiato, dopo il boom è arrivato il collasso”. Nel comprensorio dal 2008 ad oggi il lavoro edile è diminuito del 30%, il calo dei ricavi si attesta oltre il 40%. “Tasse e costi delle materie prime sono aumentati – proseguono gli impresari dell’associazione. Per un normale lavoro un’impresa guadagna il 5% quando va bene. Investire su attrezzature e personale è impossibile, ormai si lavora solo per stare a galla e mantenere in piedi strutture ridotte all’osso. Per ripartire bisogna tutelare chi lavora regolarmente”.

E aggiunge ancora Dal Corso: “Nel nostro settore quello del lavoro nero è un problema sempre più pressante, adesso non si può più tacere – sottolinea il funzionario dell’associazione. Non si tratta di attività sporadiche, stiamo monitorando da tempo la situazione e riteniamo che non sia più sostenibile: contiamo decine di casi di abusivismo in tutto il Miranese”.

Filippo De Gaspari

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