martedì, 19 Marzo 2024
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Cheratite e occhiali da sole

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cheratiteGli occhiali sono una protesi di uso comune composta da una montatura e da due lenti atte a correggere imperfezioni della vista dovute a vizi refrattivi o a insufficienze nella funzionalità oculare. Igiene Se gli occhiali non sono puliti adeguatamente, possono formarsi nel tempo depositi che sono il terreno di coltura ideale, un “collante” per lo sviluppo di colonie dimicrorganismi patogeni, quali funghi e batteri, che si moltiplicano velocemente e quindi possono provocare infezioni oculari. Esiste una flora batterica di funghi e batteri che normalmente vivono nell’occhio sano. I microrganismi patogeni, che crescono nell’occhiale o nella lente a contatto sporca, si propagano per via aerea e possono giungere a contatto della cornea, fino a provocare una cheratite.

La cheratite è un’infiammazione della cornea, la parte anteriore trasparente del bulbo oculare, la prima lente del percorso ottico, costantemente ricoperta dal film lacrimale. I segni della cheratite sono soggettivi (epifora, fotofobia, blefarospasmo, sensazione di corpo estraneo, cefalea frontale, conati di vomito) e/o oggettivi (iniezione pericheratica, congiuntivite peribulbare, infiltrati stromali, lesioni epiteliali). L’infiammazione provoca dolore oculare e diminuzione dell’acuità visiva; una cheratite superficiale punteggiata solitamente bilaterale si sviluppa precocemente e può portare ad un danno epiteliale importante, con conseguenti dolore intenso ed accentuata lacrimazione. La guarigione con una completa riepitelizzazione si verifica di norma dopo almeno 36 ore dall’esposizione ed è raro che determini un danno permanente.

Viene riportato uno studio effettuato tra il settembre 1984 ed l’agosto 2009 in alcune spedizioni alpinistiche nell’ambito della “Outdoor Leadership School”, un’associazione fondata nel 1965 che si occupa di viaggi e spedizioni in zone remote del mondo. Nel periodo sopraindicato si sono registrati 15 casi nel corso dello studio con un’incidenza dello 0.06% su 23.257 partecipanti che si sono esposti alla neve o all’acqua, e dello 0.02% su 65141 altri individui che hanno preso parte allo studio. L’età media è stata di 23 anni, con il 40% di maschi. Tutti i casi si sono verificati in zone di montagna e uno solo su un fiume, in barca. Tredici soggetti su quindici (87%) non portavano gli occhiali da sole. Dieci casi si sono verificati con sole splendente, quattro casi con cielo nuvoloso o con scarsa visibilità. I sintomi si sono presentati entro 24 ore dall’esposizione. Non sono state richieste ospedalizzazione o evacuazione.

L’occhio possiede meccanismi interni ed esterni di protezione nei confronti dei raggi UV, ma quando l’esposizione è eccessiva o i sistemi di protezione non sono adeguati tali meccanismi non bastano a proteggerlo. Si ritiene che un’esposizione ai raggi solari riflessi dalla neve possa essere sufficiente a causare una cheratite. La neve e l’acqua riflettono oltre l’88% dei raggi UV. Sebbene lo strato di ozono sia in grado di assorbire la maggior parte delle radiazioni dirette sulla terra, le radiazioni UV aumentano con l’altitudine ad una velocità pari a circa il 4% per ogni 1000 piedi di dislivello. Quando il sole è basso nel cielo seguendo l’andamento ciclico delle stagioni o dei vari momenti della giornata, meno radiazioni raggiungono la terra e viceversa quando è alto più radiazioni solari attraversano l’atmosfera. Molto utile risulta la prevenzione utilizzando un cappello protettivo e degli idonei occhiali da sole, che trasmettano meno luce (5-10% della luce visibile).

Utili possono essere le protezioni laterali da inserire sugli occhiali che impediscono ai raggi solari di entrare di lato. – Gli occhiali protettivi vanno acquistati presso un ottico di fiducia. – Per essere realmente protettiva una lente solare deve essere in grado di filtrare i raggi UV e la luce blu. – I bambini che non tollerano gli occhiali da sole vanno protetti con cappellini muniti di visiera.

 

Ottico Optometrista Barbara Micaglio
Ottica Optometria Barbiero
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