giovedì, 25 Aprile 2024
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Campagna Lupia, Regione e Porto di Venezia dicono sì all’Idrovia

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idroviaLa Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta spinge per realizzare l’idrovia, e solo il Comune di Mira dice no. Intanto a dare il via libera all’opera tanto attesa, è anche la Regione e l’Autorità Portuale. A spiegarlo è Marino Zamboni, presidente del Comitato Brenta Sicuro e in rappresentanza di una trentina fra comitati e associazioni di Padova, Venezia e Vicenza.

“La Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta – spiega il portavoce dei Comitati – ha approvato (con la sola eccezione del Comune di Mira), e inviato all’Autorità di Bacino, una mozione che chiede l’inserimento dell’idrovia fra le opere da progettare e iniziare entro il 2021, quindi con il piano di bacino approvato, in via definitiva, lo scorso 22 dicembre”. La Conferenza dei sindaci Riviera comprende i comuni di Camponogara, Pianiga, Campo-longo Maggiore, Dolo, Fossò, Fiesso d’Artico, Stra, Vigonovo, Mira, e Campagna Lupia. Le osservazioni giungono dopo il voto espresso all’unanimità dalla Provincia di Padova alla mozione presentata in Regione a un’analoga interrogazione al Senato.

“La mobilitazione delle istituzioni sul tema del “giusto completamento dell’idrovia” non è mai stata così ampia – dice Zamboni. La riflessione dovrebbe arrivare anche all’amministrazione comunale di Mira, che ancora oggi si oppone al completamento di un’opera indispensabile, assieme alle manutenzioni delle rive dei fiumi e ai bacini di contenimento a monte, per la salvaguardia di tutti i nostri territori”. A prendere chiara posizione a favore del completamento del’Idrovia è il sindaco di Campagna Lupia, Fabio Livieri. “E’ un’opera – spiega il primo cittadino – importantissima sia sotto il profilo viabilistico che quello della sicurezza idrogeologica. Sarebbe un’opera di grande utilità anche per tutta l’area della Riviera sud, che ha territori a ridosso del fiume Brenta. Sono in prima linea per poterla realizzare”. Intanto l’Autorità Portuale di Venezia fa sapere di non avere nulla in contrario a “inserire i collegamenti fluviali dell’asse idroviario Fissero-Tartaro-Canalbianco e l’idrovia Padova-Venezia nell’ambito portuale” come previsto da una mozione approvata nelle scorse settimane in consiglio regionale. La mozione è stata votata da 46 dei 50 consiglieri regionali presenti. L’unico grande porto in Italia dotato di uno scalo fluviale con servizi diretti è quello di Venezia.

Va ricordato che il porto veneziano ha già attivato una linea fluviale di navigazione interna, che collega Venezia a Mantova e Cremona attraverso il canale navigabile Fissero Tartaro Canalbianco, con servizi che trasportano merci alla rinfusa e servizi bilanciati, che trasportano container su chiatte in grado di caricare l’equivalente di 2 treni merci o 60 camion. “Spetta alla Regione Veneto quindi – sottolinea il presidente del Porto di Venezia Paolo Costa –, decidere se utilizzare l’idrovia Padova-Venezia come canale scolmatore per prevenire allagamenti o come un’utilissima direttrice trasportistica, utile per tutto il Veneto e la Pianura Padana”. Il nuovo Piano regolatore dovrà permettere al porto di Venezia di rimanere competitivo rispetto agli orizzonti temporali 2030 e 2050 di pianificazione infrastrutturale europea. Proprio dal presidente Luca Zaia intanto è arrivata la conferma nelle scorse settimane, che tra le opere immediatamente cantierabili figura anche il completamento dell’idrovia Padova-Venezia come canale navigabile per navi fluvio-marittime con funzione anche di scolmatore del Brenta (portata di 350 metri cubi al secondo). Esaurite le procedure preliminari, l’opera è finalmente fattibile, ma occorrono 540 milioni di euro, che lieviterebbero a 934, includendo le altre opere del Piano D’Alpaos in attesa di finanziamento. Insomma, anche se a marzo il progetto verrà definitivamente presentato, c’è il rischio che i soldi si faccia fatica a trovarli per poterla realizzare.

Alessandro Abbadir