venerdì, 29 Marzo 2024
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Chioggia, il sindaco: “No al mega deposito di Gpl”

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Giuseppe Casson
Giuseppe Casson

Il sindaco difende Chioggia e la laguna dal mega deposito di Gpl in Val da Rio. “No a petroli e ai suoi derivati nell’ecosistema lagunare”. Giuseppe Casson in Commissione di Salvaguardia ribadisce il secco “no” della città all’impianto costiero di oli minerali in radicale contrasto con la Legge Speciale.

Dopo aver interessato a Roma con una lettera urgente a inizio novembre il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ed il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ed essersi affidato ad un legale, Giuseppe Casson è stato ricevuto lo scorso 15 dicembre in un’audizione fiume dalla Commissione per la Salvaguardia di Venezia. L’autorizzazione all’ampliamento dell’impianto del deposito costiero di oli minerali, di 9 mila cubi di Gpl in Val da Rio, a Punta Colombi, per un investimento di 20 milioni di euro in grado di generare un traffico stimato di 25 autobotti al giorno, era stata concessa tramite decreto interministeriale. Su mandato del consiglio comunale, il sindaco sta mettendo in piedi ogni iniziativa utile per bloccarne la realizzazione.

“Il decreto interministeriale presenta diversi elementi di criticità – spiega Casson – E’ in netto contrasto con la Legge speciale per Venezia e Chioggia 798 del 1984 che indica nell’estromissione del traffico dei petroli e di suoi derivati un obiettivo immancabile per rendere concrete le finalità di salvaguardia della laguna di Venezia. La presenza di navi che trasportino petroli o suoi derivati, come il Gpl, è in aperto ed insanabile contrasto con gli obiettivi di tutela dell’intero ecosistema lagunare. La stessa scelta di investire sul porto offshore si basa proprio su tale disposizione”.
“La realizzazione dell’impianto inoltre si pone in netta violazione dell’attuale piano regolatore del porto. Considerati i quantitativi e i traffici movimentati dal deposito, il progetto comporterebbe una sostanziale variazione dell’operatività del porto che da commerciale dovrebbe diventare porto industriale e petrolifero – continua il sindaco – Oggi è vietato nel porto l’imbarco, lo sbarco, il trasbordo e il trasporto delle merci pericolose e per il gas è autorizzata la movimentazione solo in colli e quantità molto limitate. Una variante al vigente Piano regolatore deve validare un così sostanziale mutamento della funzionalità e della destinazione dello scalo di Chioggia, ma si pone in netto contrasto con la Legge speciale e con gli obiettivi di sviluppo della portualità della laguna veneziana”. Il sindaco si è quindi appellato alla Commissione per la Salvaguardia perché si faccia carico della problematica che mina nel cuore Chioggia, Venezia e tutta la laguna.