venerdì, 29 Marzo 2024
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Acque polesane a rischio Pfas, Bartelle: “Servono più controlli”

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pfas acque“Le acque polesane sono a rischio”. A denunciarlo con forza è la consigliera regionale Patrizia Bartelle che chiede maggiori controlli in Adige e Po ma anche nei pozzi privati che attingono alle falde in profondità. “Rovigo – spiega l’esponente del Movimento Cinque Stelle – risulta chiaramente, dati alla mano, tra le realtà meno monitorate nonostante le poche verifiche effettuate indichino una situazione al limite, estremamente problematica”.

La consigliera regionale Bartelle anticipa quello che definisce “il mio prossimo cavallo di battaglia: difendere l’acqua. Occorre maggiore controllo da parte degli enti deputati, ovvero Ulss e Arpav, per avere un quadro completo di come stanno effettivamente le cose, senza dimenticare i tantissimi pozzi privati con cui ci si rifornisce quotidianamente di acqua per svariati usi e che potrebbero esser più inquinati di quanto si pensi”.

Pur con la precisa volontà di “evitare inutili allarmismi”, la consigliera regionale denuncia uno scenario di pre-allerta: “Il livello di concentrazione di sostanze fluoro-alchiliche, i Pfas, raggiunge livelli già superiori alla media, motivo per cui urgono ulteriori verifiche e un serio monitoraggio, una vera e propria mappatura del nostro sistema idrico. Con la salute dei cittadini non si può scherzare né tantomeno minimizzare o peggio tacere: già nel 2006 si era parlato di Fosfoa, ma ora le nostre acque hanno superato, in alcuni casi ampiamente, i livelli consentiti”.

L’esponente del M5S annuncia infine una serie di incontri e dibattiti pubblici sull’argomento a partire dal mese di marzo. Quanto alla risposta delle istituzioni, la consigliera ha ottenuto dal commissario dell’azienda sanitaria Antonio Compostella la disponibilità a un incontro a breve oltre ad aver avuto l’assicurazione che verrà fatta luce sulla vicenda. “Le conseguenze sulla salute dell’inquinamento delle acque, d’altro canto, possono essere gravissime – conclude la consigliera polesana – studi alla mano si va dalla restrizione della crescita fetale, o basso peso alla nascita, dimostrata sia negli animali che nell’uomo al ad alcuni tumori, cancro del rene, della prostata, della mammella, della vescica, linfomi e leucemie, passando per diabete, aumento del colesterolo e sue conseguenze quali incidenza dell’ictus cerebrale, infarto cardiaco e ipertensione arteriosa fino alla riduzione degli spermatozoi nel maschio e infertilità”