sabato, 20 Aprile 2024
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Caso Birolo, Tessarollo: “Non passi l’idea che rubare si può”

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vescovo Tessarollo Adriano2“Io non dico se ha fatto bene o no. Dico solo: cerchiamo di non far passare l’idea che rubare si può tanto dovremmo esser protetti per legge. Allora faccio una battuta: si faranno anche un’assicurazione sul lavoro?”. Il vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo non usa mezzi termini per difendere la sua scelta di schierarsi a favore di Franco Birolo, il tabaccaio di Correzzola condannato per avere ucciso un ladro.
Una posizione netta e inattesa la sua.

“Ho solo fatto una riflessione. Certo, la legge deve far capire che la difesa deve essere moderata, ma mi sono messo anche nei panni di chi si trova in quella situazione e non ha tutta la freddezza richiesta dalla legge”.

Ma comunque Birolo ha tolto la vita a una persona…
“Non dico che la reazione non sia stata sopra le righe o che ha fatto bene – e ne è convinto anche lui -, ma ha agito d’istinto, spinto dalla rabbia del momento e dalla tensione”.

Si può perdonare un omicidio se fatto in questo modo?
“Io non penso che sia calcolato perciò dico: la difesa non è stata bella, ma nello stabilire le cause il giudice dovrebbe tenere conto del danno fatto e che lui è stato provocato. Perchè se il ladro fosse stato a casa sua non sarebbe successo niente. È come chi fa sport estremi: deve calcolare che si può anche rompere l’osso del collo…Altrimenti la gente si fa l’idea che può andare a rubare tanto non gli si può fare niente”.

Quindi sono “rischi del mestiere”?
“Anche il giudice ha tenuto conto che non è un omicidio volontario. Però poi, l’altro vitalizio mi sembra esagerato, perchè destabilizza la vita di una famiglia”.

Parla del risarcimento alla famiglia del ladro?
“Ma a Birolo i danni chi è che glieli risarcisce? Insomma, 325mila euro rovinano una famiglia”.

E se quel ladro un giorno si fosse potuto redimere?
“Certo, la morte non dà altre chance. Ma probabilmente anche chi ha sparato in situazioni diverse non lo avrebbe fatto. Con i ‘se’ non so cosa fare. Ma c’è l’idea che si senta più protetto per legge chi aggredisce che non chi è aggredito”.

Quindi lei sarebbe d’accordo con la revisione della legge sulla legittima difesa?
“Certo quello sarebbe ora”.

Giorgia Gay