La consigliera del M5S in Regione Veneto Erika Baldin si è recata a Correzzola (PD) per ascoltare dalla bocca di Franco Birolo la dinamica dell’episodio che l’ha coinvolto.
Franco Birolo è il tabaccaio balzato alle cronache per esser stato condannato a 2 anni e 8 mesi, e ad un maxi risarcimento di 325mila euro alla famiglia del moldavo che rimase ucciso da un suo sparo mentre cercava di rubare nella sua proprietà. “Birolo quella maledetta nottata è sceso dal letto per vedere cosa stava avvenendo nel suo negozio al pianterreno, diviso dagli alloggi della famiglia solo da una porta interna. Al piano sopra c’erano sua figlia e la moglie”.
“Non possiamo parlare di far west in questo caso. Lui ha solo difeso la propria famiglia e credo che ogni padre e marito avrebbe fatto lo stesso. Per questo noi siamo con Birolo e ci facciamo portavoce della sua richiesta – continua la consigliera Baldin – Birolo chiede che in questo Paese si riconosca il diritto di ogni cittadino a difendersi e che tutti diano il proprio contributo politico alla revisione della legge sulla legittima difesa, che al momento non garantisce sufficientemente la vera vittima di certe aggressioni. Oggi si arriva al paradosso che il ladro, complice del collega morto, è già fuori e non deve risarcire nulla al proprietario del negozio, mentre quest’ultimo viene condannato ad un risarcimento economico e potrebbe finire in carcere”.
Baldin fa alcune considerazioni: “Da quello che ho potuto capire conoscendolo, Birolo non è una persona violenta. Maneggiare un’arma è sempre un gesto che va ponderato e questo cittadino avrà un peso sulla coscienza che si porterà per tutta la vita. Ma come ha riferito, in quel momento concitato non poteva avere il tempo per pensare a nulla: era quesitone di vita o di morte. Per giudicare un tale atto dovremmo vivere la stessa situazione, e non lo auguro a nessuno. Speriamo che in appello, come in altri casi simili, si possa ribaltare questa sentenza”.