È ancora presto per dirlo, ma l’iter è iniziato. Il 20 gennaio, infatti, in una sala dell’Istituto di fisica nucleare di Legnaro si sono incontrati i consiglieri comunali di maggioranza dei tre Comuni per discutere l’ipotesi della nascita di un super-municipio che radunerebbe, sotto un unico sindaco, i 13 mila e 500 residenti di Ponte San Nicolò, gli oltre 8 mila di Legnaro e i poco meno di tre mila di Polverara.
Tra le motivazioni, oltre alla razionalizzazione degli uffici e alla possibilità di offrire servizi su più larga scala, c’è la pioggia di denaro che il Governo ha previsto per chi si fonde: la legge di stabilità del 2016 ha stabilito che i Comuni frutto di fusione riceveranno per dieci anni un contributo pari al 40% dei trasferimenti ricevuti per ogni singolo Comune nel 2010. Dopo anni di vacche magrissime per il patto di stabilità l’improvviso aumento di risorse garantirebbe una mole notevole di investimenti sul territorio.
C’è però da rinunciare ai campanilismi e affrontare un iter lungo e difficile, che si dovrà concludere con un referendum. Attualmente spingono per la fusione Ponte San Nicolò e Legnaro: Polverara ha invece chiesto tempo per riflettere. Tra le voci critiche quella dell’ex sindaco di Ponte San Nicolò Giovanni Gasparin, che teme la perdita di identità. Il dibattito comunque è aperto e di fusione si continuerà a parlare ancora a lungo prima di arrivare ad un punto fermo, in uno o nell’altro senso.
Andrea Canton