giovedì, 28 Marzo 2024
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Scorzè, allarme povertà per i padri separati

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padriC’è una nuova emergenza nel comprensorio dei 17 comuni della Riviera del Brenta e del Miranese: quella dei padri separati e ridotti in miseria. I casi stimati e segnalati agli enti locali sono centinaia. Ma non solo: a fianco al problema dei padri separati c’è anche quello delle madri separate in miseria, che con la crisi sono aumentate, per il fatto che gli ex mariti non riescono, a causa della perdita del lavoro, a dare loro, il dovuto assegno di mantenimento.

A sollevare la questione è stato nelle scorse settimane Luigi Corò del Comitato Marco Polo Difesa del cittadino. A confermare il problema anche per l’area del Miranese è il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss13 e sindaco di Spinea Silvano Checchin. “I casi di padri separati ridotti in miseria nel comprensorio dei 17 comuni – spiega Corò – che come associazione seguiamo direttamente sono oltre una cinquantina. Sono persone che prima della separazione facevano una vita dignitosa e che dopo la separazione sono finite nel gorgo dell’indigenza assoluta. Ci sono anche una decina di padri che negli ultimi due anni sono stati costretti a dormire in auto, perché soldi per l’alloggio non ne hanno. Devono pagare il mutuo della casa intestata a loro, che resta alla moglie, perché è a lei che nella stragrande parte dei casi vengono affidati i figli dai tribunali. Ma ecco la mappa del disagio. I comuni più colpiti da questi casi sono quelli più popolosi come Spinea, Martellago, Scorzè e Mirano, Mira e Dolo. Purtroppo queste persone che hanno un grande orgoglio e senso di dignità, si rivolgono in pochi casi ai servizi sociali dei comuni, ci arrivano solo quando sono alla disperazione. Per questo l’associazione fa un appello. “Chiediamo – spiega Corò – che i comuni mettano a disposizione per questi padri alla disperazione, dei mini-alloggi”.

“Il fenomeno c’è – spiega il sindaco Checchin –, ma purtroppo gli enti locali non hanno fondi per poter far fronte a questa emergenza. Ci sono inoltre molti casi di madri separate con figli alla disperazione. Sono senza lavoro, e il marito che l’ha perso non può dare loro il contributo che spetta”. A livello di comprensorio si stima che i casi potrebbero sfiorare i 200, anche se calcoli precisi non ce ne sono, perché i padri separati spesso sono persone orgogliose che mal volentieri chiedono aiuto alle istituzioni.

 

 

Alessandro Abbadir