Un luogo carico di devozione, ma anche di storia, oltre che un’isola di quiete nel verde. Vicino alle sponde del fiume Brenta, il Santuario della Madonna di Tessara si offre al visitatore in tutta la sua semplicità e, insieme, al suo splendore. La leggenda vuole che il Santuario sia stato dedicato, nel ‘400, alla Madonna in seguito all’apparizione ad una bambina malata. La Vergine, dopo aver guarito la piccola, le ordinò che fosse posta la sua immagine nella chiesa che al tempo era dedicata a Sant’Egidio. Il santuario, che ha una sola navata e pianta a T, è lungo 17 metri e largo circa 7.
Ha due transetti laterali all’altare di circa 10 metri ciascuno. L’altare è in marmo e sopra troneggia la Vergine col Bambino. La statua, il cui autore è sconosciuto, è in terracotta e databile nel periodo umanistico-rinascimentale. Sul retro dell’altare è stata incastonata una pietra di marmo nera, che si dice contenente una reliquia della stessa B.V. Maria di Tessara, visibile sotto un cristallo che la protegge: i fedeli, toccandola, hanno modo di implorare da vicino grazie e benedizioni. All’interno della chiesa si trovano anche una corona del rosario, donata nel 1998 da Papa Giovanni Paolo II e un pezzo autentico della roccia della grotta di Massabielle, Lourdes, dove la Vergine è apparsa a Santa Bernadetta. Nella facciata esterna, sopra la porta, si legge la scritta Indulgenza quotidiana plenaria. Circa cinque anni fa, trascorsa da poco la festa d’ottobre, mentre era in raccoglimento all’interno della chiesa, don Loris racconta di un dialogo “intimo” avuto con la Madonna, in seguito al quale ha deciso di dedicarLe una messa tutti i giovedì sera, insieme ai fedeli.
Da allora, in questo giorno della settimana, si radunano in preghiera più di un centinaio di persone, provenienti da diverse località. La messa nel Santuario viene celebrata anche tutte le domeniche alle 16.00 e il primo venerdì del mese alle 20.30. Nella località di Tessara dal 10 al 13 ottobre si tiene ogni anno una festa rinomata, meta di molti pellegrini. Il santuario è gestito da don Loris Zamarco, rettore e parroco di Santa Maria di Non. Una curiosità: il nome Tessara sembra derivare da taxus e indicherebbe una località boscosa dove si trovavano piante di tasso.
Per info: www.santuarioditessara.it.
Eliana Camporese