“Il petrolio non è l’unica energia disponibile e non è indispensabile per lo sviluppo energetico del paese”. Legambiente Veneto boccia senza ombra di dubbio le estrazioni di idrocarburi dai fondali dell’Adriatico. “Il petrolio – dichiara Giorgia Businaro, polesana, direttore regionale di Legambiente – causa inquinamento, dipendenza economica e conflitti a discapito dei territori e di risorse preziose come il turismo e la pesca, prima industria del nostro Delta”.
Il referendum del 17 aprile chiederà al Governo di rimettere in discussione la strategia energetica nazionale, abbandonando le fonti fossili e puntando su quelle rinnovabili, tutelando così l’area del Delta e del Polesine. “Viviamo in un territorio meraviglioso ma estremamente fragile – prosegue Businaro – in cui sono ancora ben impressi nella memoria gli effetti devastanti delle estrazioni di metano degli anni ’50. Lo sforzo che si chiede al Governo è quello di investire sulle nuove tecnologie, in grado di assicurare un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale”.
Il Polesine, secondo Legambiente Veneto, è già in vantaggio. “Il nostro è un territorio chiaramente vocato al turismo naturalistico con ottime potenzialità per lo sviluppo di imprese della green economy, in particolare nell’ambito della pesca e dell’agroalimentare. Non possiamo permettere di mettere a repentaglio la salute e lo sviluppo del nostro territorio per un pugno di taniche – conclude Businaro – . Il nostro ‘petrolio’ è ben altro: bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale ed energie alternative. È su questo che bisogna investire”.