Più in alto ci sono soltanto le stelle! Un ristorante a 2.500 metri già fa notizia, se poi sorge fra Marmolada e Sella, con magnifica vista sui paesaggi più belli delle Dolomiti, e la sua cucina ha giustificate ambizioni gourmet, allora si può proprio dire che i sogni possono diventare realtà. Tutto questo si chiama Viel dal Pan, il nuovo ristorantino del Porta Vescovo Dolomiti Resort, facilmente raggiungibile con la funivia che sale dal centro di Arabba. Un “nido d’aquila” per i buongustai a 2.500 metri di quota, incastonato tra le rocce all’interno di uno dei comprensori sciistici più spettacolari dell’arco alpino. Lo ha fortemente voluto Manuela Gorza, imprenditrice feltrina che vive a Padova e che, insieme al fratello Attilio, occupa un ruolo di primo piano nella società che gestisce l’intero comprensorio di Porta Vescovo Dolomiti Resort. Viel del Pan piace già dal nome, perché richiama quel sentiero del pane che si snoda in quota fra Porta Vescovo e il Passo Pordoi, con andamento pianeggiante e solo leggeri saliscendi, quindi facile da percorrere. Tradotto dal bellunese è “viale del pane” perché veniva utilizzato per il trasporto di cereali destinati alla panificazione. Il ristorantino sorge all’interno del Rifugio “Luigi Gorza”, punto di partenza e di arrivo di tanti sentieri e piste da sci. L’architetto Nerino Meneghello lo ha ricavato in uno degli angoli più spettacolari del rifugio dopo la radicale ristrutturazione di qualche anno fa. Gradevole stile minimal, ma dalle tonalità calde. Grandi vetrate e quindi tanta luce. Cura nei dettagli. E, su tutto, vista spettacolare sul cuore delle Dolomiti. Dove lo sguardo può spaziare ben oltre l’orizzonte di Sella e Marmolada.
Ivan Matarese, giovane chef napoletano che d’estate lavora in un importante ristorante di Pienza, sembra aver trovato nel “nido d’aquila” di Viel dal Pan l’ambiente giusto per potersi esprimere senza condizionamenti, liberando da vincoli il suo talento cristallino. Piatti, i suoi, che denotano oltre a una buona tecnica, anche una sensibilità particolare. Sia sotto l’aspetto creativo, e quindi degli abbinamenti, sia sotto quello compositivo. Una cifra stilistica molto personale, declinabile a seconda delle necessità. O delle materie prime del giorno, opera di qualche produttore artigiano locale. L’uovo bio a 65 gradi, con cialda di sesamo e spuma di patate e porri; oppure la triglia con la sua riduzione, carciofo confit, cipolle grigliate e levistico; oppure anche la piccola pasticceria, rivelano l’estro e il gusto estetico di questo cuoco giovane e candidato al successo. Un menu degustazione completo costa 80 euro ed è un viaggio dal piacere assicurato. Il mercoledì sera e a San Valentino l’aperitivo si prende in funivia, sospesi nel cielo. Per ora il ristorantino è aperto solo a pranzo e d’inverno, pur con qualche eccezione concordabile. Viel dal Pan, insomma, è ad oggi un work in progress interessante. Sotto tutti i punti di vista. Accanto al ristorante a buffet del rifugio, che pure non propone i soliti piatti- rivela Manuela Gorza – abbiamo voluto affiancare questa nuova realtà per testimoniare il nostro amore per le cose buone, belle e fatte bene. Ivan Matarese le fa eco: Amo le cose semplici, per questo nei miei piatti i singoli ingredienti devono rimanere riconoscibili e i loro sapori rispettati. Carta dei vini all’altezza, servizio impeccabile grazie alla passione di Claudia Andrea.
Da Arabba un altro impianto, affiancato alla funivia di Porta Vescovo, porta al Cesa da Fuoch, l’altro bel localino tra le piste da sci realizzato dalla famiglia Gorza. Il suo nome in ladino significa cucinare i suoi arredi si rifanno, come il Viel dal Pan, a uno stile contemporaneo. Proposte più semplici, in linea con le esigenze di chi scia, ma ambiente ugualmente molto bello. Anche per la presenza invitante di un focolare sempre acceso.