martedì, 23 Aprile 2024
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Il Liceo Celio non si trasferisce, almeno per ora

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Il liceo Celio Roccati di Rovigo non traslocherà, almeno, non per quest’anno. Il primo a dare la notizia è stato il sindaco Massimo Bergamin: “Il Liceo Celio resterà in centro per un altro anno – scrive in una nota -. Segno che, quando la città si unisce, tutto è possibile”.

E aggiunge: “Da quando è emersa la problematica ho seguito personalmente la dinamica insieme all’assessore alla Cultura Andrea Donzelli. Da subito ci siamo schierati a favore del fatto che il Liceo restasse nella sede storica di Via Badaloni. Questa vittoria di tutti, però, comporta delle riflessioni congiunte”. Per questo l’Amministrazione ha riproposto un incontro pubblico. L’ipotesi del trasferimento era legata a problemi strutturali nell’edificio. A cantare vittoria, per ora, .il comitato “Celio in Centro” che ha lanciato una petizione e nella sua pagina Facebook ha raccolto in pochissimo tempo i quasi 600 like.

In un post, firmato da Chiara Milani, si legge: “Volere è potere. Il Celio resta in centro almeno per un altro anno. 1.600 persone nella nostra piccola città hanno aderito in pochi giorni alla campagna per sostenere che la scuola deve rimanere dov’è. Non solo studenti, insegnanti, ex allievi e docenti, ma commercianti, cittadini, persone che amano la città e non la vogliono lasciare in agonia. Io credo sia un evento senza precedenti. Tanti si sono spesi per dire ‘no’ all’ennesima scatola vuota, per mantenere vivo il centro, per riconoscere e riaffermare un valore culturale. C’è ancora tanto lavoro da fare e bisogna recuperare in primis il decoro dell’edificio, cominciando dalle impalcature esterne. Ma con questa battaglia insieme abbiamo dimostrato che si può fare qualcosa, ed è stato un bel segnale per tutti: spero sia un punto di partenza e stimolo per il rilancio di una città che ha molto da offrire e va curato, conservato e promosso. Soddisfazione anche dal deputato polesano Diego Crivellari: “Adesso, accertato che non esistevano problemi di sicurezza, occorre riportare la discussione in atto sul futuro dell’istituzione e soprattutto sulla funzionalità delle sue infrastrutture. Da un lato, questa discussione non potrà che essere rispettosa dell’autonomia degli organismi scolastici. Dall’altro, la politica locale, Provincia e Comune in testa, sarà chiamata non solo ad attivare le giuste sinergie ma anche a delineare prospettive e progettualità concrete da sottoporre all’attenzione del Miur e degli organi competenti”.

Giorgia Gay