giovedì, 28 Marzo 2024
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Bergamin e la sua obiezione di coscienza verso le unioni civili

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unioni civiliDopo l’intervista apparsa nel mese di luglio su Repubblica il sindaco di Rovigo si è ritrovato al centro dell’attenzione mediatica. “A Rovigo i matrimoni gay si faranno. Non io, ma delegherò chi vorrà celebrarli” fa sapere. E aggiunge: “Credo al matrimonio tra uomo e donna e credo sia necessario da parte dei Sindaci fare un ragionamento a proposito dell’obiezione di coscienza che non è contemplata nella legge Cirinnà. Obiezione che ha che fare con i principi fondamentali della convivenza umana, come già ha dimostrato la legislazione del nostro Paese che l’ha acconsentita per il servizio militare (1972), per l’aborto (1978), per la sperimentazione animale (1993), per la procreazione medicalmente assistita (2004). La Legge Cirinnà pone una profonda discriminazione contro chi non può esprimere, come me, la propria libertà di coscienza”.

Così il sindaco Massimo Bergamin mette fine – o almeno per ora – alle polemiche sorte a seguito di un’intervista su Repubblica nella quale ha detto: “E se un bel giorno si presentassero in tre? E se qualcuno viene qua con un cavallo e vuole sposare quello? Mai è poi mai, con la fascia da Sindaco, celebrerò un matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ci sono problemi più importanti da affrontare”. Parole contro le quali è nato un “bacio collettivo” in piazza, ma Bergamin tira dritto sul diritto di obiezione, “la Legge Cirinnà pone una profonda discriminazione contro chi non può esprimere, come me, la propria libertà di coscienza. Dopo un Governo non eletto, che ci comanda, cosa dobbiamo aspettarci ancora per avere una dittatura?”.