venerdì, 29 Marzo 2024
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Carenza di docenti in Veneto, la mozione della senatrice Munerato

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scuola-infanzia“La carenza di docenti in Veneto e, in particolare, in provincia di Rovigo, è un problema posto all’attenzione del governo già da diversi giorni”. La senatrice di Fare! Emanuela Munerato lo scorso 4 agosto ha presentato, insieme alla collega di Belluno Raffaela Bellot, una mozione con cui chiede al Governo di provvedere a coprire completamente il fabbisogno dei posti in organico della Regione Veneto, secondo le richieste avanzate di 473 posti in organico di fatto.
“Prima che l’assessore veneto Elena Donazzan facesse appello, con una lettera, al ministro Giannini – afferma Munerato – abbiamo ritenuto necessario farci carico della richiesta che l’Ufficio scolastico regionale ha rivolto al Ministero dell’istruzione per l’anno scolastico 2016/2017 in modo da sollecitare una risposta nel più breve tempo possibile”.
Come si legge nel testo della mozione, “l’Ufficio scolastico regionale del Veneto ha richiesto la disponibilità di organico di 48.530 posti per sopperire al reale fabbisogno per l’anno scolastico 2016/2017 di insegnanti, in considerazione delle criticità già evidenziatesi in sede di determinazione dell’organico di fatto per l’anno scolastico 2015/2016. A tali ponderate e certificate richieste sulla base di esigenze incomprimibili, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha risposto con l’autorizzazione di 48.057 posti per soddisfare il funzionamento delle scuole statali nel Veneto per l’anno scolastico 2016/2017. Si tratta quindi di ben 473 posti mancanti nella Regione Veneto”.
“Non è una mera questione di numeri – conclude la senatrice di Fare! – ma è prima di tutto una questione di dignità del nostro sistema scolastico e della formazione dei nostri ragazzi che hanno tutto il diritto, in nome di un giusto ed equo ‘diritto allo studio’, di essere preparati al meglio per le prove che attendono i futuri cittadini italiani. Per questo motivo nel documento presentato al Governo abbiamo ritenuto opportuno puntualizzare che lo Stato italiano deve assicurare su tutto il territorio nazionale uguali livelli di offerta formativa, senza trascurare alcuna zona, in particolar modo le aree considerate ‘fragili’, quindi bisognose di maggiore attenzione, come il Polesine e le zone montane”.