E così lo scorso 16 luglio il governatore del Veneto Luca Zaia ha preso carta e penna e si è messo a scrivere una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri per dire ufficialmente basta. “Abbiamo dato con i 514mila stranieri regolari che il Veneto ha accolto negli anni, – questo il contenuto della missiva indirizzata al premier Renzi – abbiamo dato con questi 10mila 576 immigrati ospitati, due terzi dei quali in realtà sono finti profughi, abbiamo dato, e chissà quale sarà il conto da pagare, con circa 14mila fantasmi, arrivati e scomparsi nel nulla, per un totale di quasi 25mila tra arrivati e presenti. La misura è colma, non siamo più disposti a far pagare ai territori i gravissimi errori di sottovalutazione e improvvisazione commessi dall’Unione Eurpea e dall’Italia”.
E quindi il presidente della Regione del Veneto nel commentare la sempre più complicata situazione dovuta dal continuo flusso di immigrati annuncia un passo ufficiale presso il Governo nazionale. “Siamo tutti nella stessa barca – scrive facendo riferimento, non senza qualche perplessità, ai criteri di distribuzione degli immigrati nelle varie regioni d’Italia – ma da quella barca fatta di diktat prefettizi, di sindaci di fatto commissariati, di popolazioni locali inascoltate, di idee strampalate come i “ghetti” di Conetta e Bagnoli, di discutibili appalti, il Veneto intende scendere”.