
Il provvedimento si inserisce come misura per contrastare la penetrazione nel territorio veneto di organizzazioni criminali che praticano pesca illegale e il traffico del pescato negli ultimi 20 anni. “Le loro azioni – prosegue Baldin – hanno in pochi anni depauperato gravemente il bacino fluviale del delta del Po veneto. Tale attività criminosa si associa ad aggressioni a liberi cittadini residenti e gestori e fruitori di bacini di pesca protetti, anche privati”.
Secondo quanto già appurato i bracconieri si dividono in gruppi e controllano il territorio “con metodi mafiosi – sottolinea l’esponente del Movimento 5 Stelle – utilizzando metodi di pesca illegali e invasivi come le reti, la corrente elettrica, il bisolfito di sodio e altri tipi di trappole non selettive. Danneggiano irreversibilmente il letto del fiume e uccidono i microrganismi alla base della catena alimentare. Quest’attività mette inoltre gravemente a rischio la salute dei consumatori poiché il pesce raccolto è trasportato senza rispettare o seguire alcun protocollo sanitario”.
La mozione presentata dalla consigliera M5S “impegna quindi la giunta regionale ad attivarsi, in coordinamento con le altre autorità ed istituzioni competenti, per far sì che i beni sequestrati dalle forze dell’ordine ai cosiddetti ‘criminali del Po’, vengano utilizzati per potenziare le attività di contrasto al bracconaggio. Questa iniziativa dovrà essere attivata con i ricavati della vendita dei mezzi sequestrati, o con l’utilizzo diretti degli stessi”.