martedì, 19 Marzo 2024
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Saonara, la parrocchia accoglie cinque profughi

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profughiSono arrivati in cinque, cinque giovani pakistani fuggiti dal loro paese – così raccontano – per scampare all’arruolamento forzato in qualche banda armata, di terroristi o di criminali comuni. Anche Saonara, pur risultando priva di strutture di accoglienza, sta dunque ospitando una piccola quota di profughi.

L’iniziativa è del parroco, don Francesco Monetti, che ha messo a disposizione dei rifugiati un piccolo appartamento in via Vittorio Emanuele, lasciato in eredità alla parrocchia da una anziana fedele morta lo scorso anno. L’inserimento dei cinque ragazzi non ha creato alcun problema, né si sono dovute registrare opposizioni o proteste; d’altronde Saonara negli ultimi quindici anni ha già visto moltiplicarsi la popolazione di origine straniera, arrivata oggi a circa il dieci per cento del totale. Il tutto senza che sinora si siano mai verificati particolari problemi di convivenza tra varie nazionalità. I profughi vengono seguiti dalla cooperativa “Il Villaggio Globale” di Padova; tutti stanno seguendo un corso di italiano e due di essi già hanno trovato un lavoro, come imbianchino e come manovale.

Alcuni hanno lasciato in Pakistan moglie e figli, e uno dei loro primi desideri è naturalmente potersi ricongiungere con la propria famiglia. Il parroco e il sindaco Walter Stefan hanno voluto dare il benvenuto della comunità ai cinque profughi, recandosi personalmente, assieme ad alcuni esponenti della cooperativa e ad un interprete, nell’alloggio che li ospita. “Mettendo a disposizione questo appartamento la parrocchia di Saonara ha voluto rispondere all’appello all’accoglienza lanciato la scorsa primavera dal vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla” ha detto il parroco don Monetti “Ci auguriamo che possiate presto apprendere l’italiano, così potremo dialogare meglio, e inserirvi nella vita del nostro paese”.

Il sindaco Walter Stefan ha voluto invece richiamare alla memoria il passato di emigrazione dei veneti: “Anche noi, un secolo fa, siamo stati costretti ad abbandonare le nostre terre» ha detto il sindaco «Per questo ci sentiamo solidali con chi, oggi, è costretto a fare la  stessa dolorosa scelta. Vi auguro che Saonara rappresenti la prima tappa di un futuro per voi finalmente sereno”.

Patrizia Rossetti