venerdì, 29 Marzo 2024
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A Rovigo le pensioni più basse di tutto il Veneto

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pensioniA Rovigo tantissimi pensionati non vivono una quotidianità dignitosa e lo testimoniano i dati del bilancio sociale Inps 2016 elaborati dallo Spi-Cgil regionale. L’assegno previdenziale continua a essere il più basso rispetto a tutto il Veneto, con una media di 1.049 euro mensili per gli uomini e di appena 605 euro per le donne, la più bassa in tutto il Veneto.
La situazione delle anziane rodigine è al limite. Nel 2016 il 40% delle pensionate della provincia (15.347 anziane) ha chiesto e ottenuto l’integrazione al trattamento minimo, concesso dallo Stato solo in casi estremi. È solo il 30% delle richiedenti a ottenerlo, il 10% in meno nel rodigino.
In provincia 2 anziane su 5 sono povere e vivono per lo più con un assegno inferiore ai 501,89 euro, che è la soglia del “minimo vitale”.
Nel rodigino i pensionati sono 33.820 (le pensioni sono 34.880) mentre le pensionate sono 39.430 (le pensioni circa 52 mila sono più elevate rispetto a quelle degli uomini, perché sono le fruitrici delle pensioni di reversibilità). Nel 2016 sono state “accordate” 18 mila integrazioni per assegni previdenziali, l’85% delle quali a favore di pensionate. Nel rodigino oltre 15 mila anziane sono povere.
I redditi delle pensionate preoccupano da sempre lo Spi Cgil regionale, come spiega Rita Turati, segretaria generale. L’obiettivo è di “dare alle pensionate quella dignità che attualmente non può essere garantita da assegni così bassi rispetto a quelli degli uomini”. Secondo Turati, vi è la necessità di riconoscere il lavoro di cura alle donne dato che per motivi familiari lasciano o riducono l’orario di lavoro, che giustifica il gap salariale fra i sessi.
Daniela Argenton, segreteria generale dello Spi di Rovigo afferma: “Il Polesine ha la popolazione più anziana del Veneto e le pensioni più basse. Questa è una triste realtà che esiste da tempo, che non si modifica, e che viene ancora una volta messa a nudo attraverso i dati dell’Inps elaborati dallo Spi”. I collaboratori Spi raccolgono quotidianamente le sofferenze di pensionati che fanno fatica a curarsi, che chiedono credito in farmacia e che riducono al minimo le spese più necessarie.
Le pensioni integrate al minimo spesso non sono richieste dall’interessato perché non sa di avere diritto di questo beneficio. “È stata lanciata una campagna sui diritti inespressi” conclude Argenton.