mercoledì, 24 Aprile 2024
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Piano provinciale anti nutrie per salvare argini e colture

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nutrieNutrie, al via il piano triennale per ridurre la presenza del roditore sul territorio. Le nutrie ormai sono in numero eccessivo e, come denunciano da anni gli agricoltori, causano numerosi danni alle colture mettendo anche a rischio la sicurezza idraulica. Le loro gallerie infatti indeboliscono gli argini e provocano pericolosi smottamenti, con il rischio di rotture durante le piene. Un problema sentito soprattutto in questo periodo dell’anno e in Partita dunque l’organizzazione della lotta al miocastoride, capace di scavare cunicoli che possono arrivare fino a 5,5 metri di profondità e danneggiare in modo rilevante anche la vegetazione lacustre.

Il decreto prevede il coinvolgimento diretto, nel controllo delle nutrie, di agricoltori e cacciatori appositamente formati e autorizzati. Considerata l’estrema urgenza d’intervenire, il Piano verrà attivato nella fase iniziale servendosi di coaparticolare nella Bassa Padovane e nel montagnanese dove vi sono chilometri di argini gruviera, anche a causa delle nutrie. Gli animalisti non sono molto d’accordo ma da anni le segnalazioni e gli allarmi, dal mondo agricolo e non solo, si sono moltiplicati tanto da rendere necessario un intervento capillare.

La Provincia di Padova è intervenuta con un documento attuativo per dare una risposta definitiva mettendo a punto un piano triennale per contrastare la proliferazione del roditore di origine sudamericana. “Il provvedimento era atteso non solo da tutto il mondo agricolo ma anche dai cittadini – ricorda il presidente Enoch Soranzo – le nutrie creano infatti danni pesanti all’agricoltura, ma soprattutto mettono a rischio gli argini, le opere di difesa idraulica, nonché la sicurezza e la salute pubblica. Su nostra sollecitazione il Consiglio regionale del Veneto ha accolto l’appello provinciale e le nostre proposte sono state trasformate in una legge e ora in un piano di intervento definitivamente operativo.” diutori già formati in precedenza, di personale della Polizia Provinciale e delle Guardie venatorie volontarie.

La Provincia ha già preso contatti con i volontari disponibili ad essere coinvolti nel recupero delle 380 trappole messe a disposizione e giacenti nei Comuni, ai quali erano state date in uso in precedenza.

(n.c.)