giovedì, 28 Marzo 2024
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Famiglia sotto sfratto via da Cavarzere: da Goro una casa in comodato gratuito

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E’ arrivata dalla vicina Mesola la risposta definitiva alla vicenda della famiglia Battan – madre, padre e 4 figli minorenni – in attesa dello sfratto esecutivo dalla casa di Cavarzere in cui ha vissuto per 4 anni. Una famiglia di Goro, nel ferrarese, infatti ha messo a disposizione in comodato d’uso un’abitazione. E i Battan hanno traslocato, lasciandosi alle spalle Cavarzere e le polemiche che sono nate, specialmente nelle ultime settimane. Reso già effettivo il cambio di residenza, la famiglia è entrata in possesso dell’abitazione da un paio di giorni.

battan-ieneUn epilogo inatteso per una vicenda su cui si sono accesi i riflettori anche nazionali. Le telecamere di La7 prima, quelle di Rete4 poi e, da ultima, la visita delle Iene che ha inasprito il clima e acceso, appunto, le polemiche.  Il sindaco Henri Tommasi, infatti, aveva messo a disposizione un appartamento, sempre in comodato d’uso ma per 18 mesi, concesso da un privato a patto che il Comune si facesse carico della sistemazione del tetto. Una soluzione che non aveva mai convinto la famiglia di Stefania, per gli spazi troppo piccoli e per la paura di doversi trasferire in una casa poco sicura per via dei cantieri e per la richiesta, secondo quanto riportato da Stefania, di acquistare in futuro la casa. La posizione dei Battan, d’altro canto, era quella di una casa Ater, ma dal Comune la risposta è sempre stata secca: c’è una graduatoria da rispettare, al momento non se ne parla, di posto non ce n’è.

Ma a sollevare le maggiori polemiche erano state, proprio nel servizio delle Iene, le dichiarazioni di Stefania e marito sull’indisponibilità a cercare e accettare un lavoro per non perdere la disoccupazione e la posizione in graduatoria, oltre che le lamentele per le dimensioni, ritenute inadatte, di una casa di 120 metri quadri senza giardino individuata dal Comune. A pochi giorni dalla messa in onda del servizio, però, Stefania ci tiene a precisare: “Io stessa mi sono attivata per far sì che mio marito cercasse un lavoro, non è assolutamente vero che non vogliamo lavorare” ci fa sapere.

Intanto, ad attaccare i Battan è anche Stefano Scalabrin, il padrone della casa di Cavarzere in cui per 4 anni ha vissuto la famiglia: “Sono due anni che non percepisco neanche un centesimo – accusa -. E intanto ho un sacco di spese: il 35% di quello che dovrei recuperare di affitto va pagato in tasse. E le tasse le devo pagare anche se non vedo un soldo. Poi ci sono le spese: 4mila euro di arretrati.  Dopo ci sono l’avvocato, l’ufficiale giudiziario e ancora non è finita. A me quel gioco che m’han fatto loro costa 20mila euro. Inoltre, hanno fatto dei danni al caminetto, al cancello, all’area esterna…”. “Pagheremo tutto appena potremo e non abbiamo arrecato nessun danno alla casa”, replica la famiglia.