giovedì, 28 Marzo 2024
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A Conetta e Monsole storie di integrazione

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ansa - sbarchi a lampedusa - A boat with more immigrants aboard arriving on the italian island of Lampedusa, southern Italy, on April 9, 2011.   ANSA / ETTORE FERRARI

C’erano anche i richiedenti asilo di fede cristiana ospitati a Conetta, insieme ad altri da Bagnoli (una cinquantina in tutto, quasi tutti nigeriani), alla chiusura del Giubileo della Misericordia e della porta santa al Santuario di Terrassa Padovana. Insieme a loro, altri profughi provenienti da diversi centri di accoglienza: un centinaio in tutto. È stata un’occasione per pregare insieme e per favorire momenti di incontro e condivisione. Non solo “spettatori”, i migranti hanno anche animato la celebrazione e la preghiera del Rosario con i canti e l’accompagnamento musicale. Al termine della messa hanno partecipato alla processione e assistito alla chiusura definitiva della porta della misericordia.
“Non sarete mai soli. In qualunque parte del mondo vi troviate ricordate che Gesù sarà sempre con voi” ha detto, rivolgendosi direttamente ai migranti, il rettore don Francesco Resini.
E don Giovanni Brusegan, delegato vescovile per l’ecumenismo, ha aggiunto: “Se pensate che in Paradiso vadano solo i bianchi vi sbagliate. Basta guardare cosa succede qui oggi: siamo di colori diversi, veniamo da Paesi diversi e parliamo lingue differenti, eppure stiamo bene insieme e condividiamo la stessa fede”.
Un altro segnale di integrazione possibile viene da Monsole, sempre a Cona, dove 6 profughi accompagnano ogni mattina a scuola i giovani studenti della località in pulmino.
“È da un po’ che va avanti questa iniziativa – fa sapere Antonio Bottin di Intesa per Cona – e i genitori sono contenti. Quando si ha a che fare con piccoli numeri, come in questo caso, è possibile fare qualcosa di buono!”.

 

Di Giorgia Gay