giovedì, 28 Marzo 2024
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Cona, Zaia: “Da noi tutti curati alla stessa maniera, ad di là del colore della pelle”

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zaia10Non si fa attendere il commento del governatore Zaia sui fatti avvenuti a Cona: “Se è forte il dolore davanti a un fatto così tragico come la perdita della giovane ivoriana nel centro di accoglienza di Cona, al tempo stesso non dev’esserci il minimo dubbio che da noi tutti sono curati nella stessa maniera, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso e dalla provenienza. Per questo ho voluto che venissero resi pubblici i dati del soccorso effettuato che ha visto automedica, ambulanza e ospedale di Piove di Sacco essere operativi nel giro di pochi minuti dalla chiamata. Non possiamo non interrogarci su tutto quello che sta succedendo”.

Per il presidente della Regione Veneto, l’Ulss Euganea avrebbe chiarito “in maniera più che sufficiente” la dinamica dei fatti, grazie alla nota diffusa nella mattinata di oggi con l’esatta cronologia delle azioni di soccorso, smentendo così le accuse del marito della giovane e degli ospiti del centro di accoglienza di Cona, che denunciavano presunto ritardo nei soccorsi.   In seguito condanna il comportamento degli ospiti: “Da parte di alcuni è emerso un comportamento per noi inaccettabile. Fermo restando che questo non è altro che un segnale di tante piccole vicende che accadono in tutta Italia rispetto ai centri di accoglienza e senza cercare la polemica in questo momento di rispettoso dolore, non ci si può esimere da condannare questi comportamenti: i violenti devono essere espulsi. Si sono viste scene come quelle dei reportage dagli inviati in quei paesi: tenere in ostaggio gli operatori, dare fuoco a cose, sono proteste che non si possono giustificare”. Per questo, secondo il Governatore, bisognerebbe attuare la politica dei rimpatri “iniziando da questi signori che fanno casino”. Ecco, allora che “i centri di accoglienza come quello di Cona devono chiudere. E vanno espulsi i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi. Da questa circostanza emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza”.

Ad oggi in Veneto sono arrivati 30mila immigrati, di cui 13mila ancora ospitati, mentre i restanti, afferma Zaia, “sono spariti”. Considerando che la quota dovrebbe corrispondere al 3 per mille della popolazione, la soglia per il Veneto sarebbe di 15mila, “ma ne abbiamo già avuti il doppio ed è impensabile continuare con questo metodo”.   Infine torna sulla questione dello status: se la verifica dei requisiti avvenisse in Africa, secondo il Governatore, i cittadini sarebbero più tranquilli rispetto all’ospitalità, certi di dare asilo a veri profughi.