giovedì, 28 Marzo 2024
HomePadovanoPadova NordCurtarolo: Giorgia, storia di un’amicizia vera

Curtarolo: Giorgia, storia di un’amicizia vera

Tempo di lettura: 2 minuti circa

curtarolo-premio-bontaDa due anni il comune assegna il Premio bontà ai curtarolesi che si distinguono per azioni di solidarietà. E per il 2016 a beneficiarne è stata Giorgia Zaramella. 25enne residente da sempre nel capoluogo, che ha ricevuto il riconoscimento perché assiste da molti anni una coetanea disabile fisica al cento per cento.

“Ci siamo conosciute alle medie perché eravamo in classe assieme –spiega Giorgia- nonostante avessimo scelto scuole superiori diverse una volta terminati i tre anni, siamo sempre rimaste in contatto”. La sua amica soffre di emiplagia alternante, una malattia rara degenerativa che la costringe in una sedia a rotelle in stato di quasi immobilità e la ostacola nella comunicazione verbale; in compenso è perfettamente capace di intendere e di volere.

“E’ molto intelligente, legge in continuazione e compone poesie -precisa Giorgia-. E come la grande maggioranza delle donne, ama uscire e fare shopping. Almeno una volta alla settimana la vado a trovare a Camposampiero, nel centro diurno dove viene seguita tuttora. E quando possibile la porto a fare un giro da qualche parte con me”.

La storia della sua amica è resa particolarmente complicata non soltanto dal disagio fisico, ma da alcuni rapporti problematici all’interno della sua famiglia d’origine. Tanto che nel 2014 Giorgia è stata nominata dal giudice amministratore di sostegno dell’amica. “Ho cercato io la struttura di residenza per lei, accertandomi che le venissero garantiti tutti i servizi necessari. Non è stato facile, per le lungaggini burocratiche e pure per le resistenze da parte di alcuni membri della sua famiglia”. Nel mezzo di una vicenda che nel giugno 2015 è stata scandita da un grave lutto, per il suicidio della madre. Ma almeno ora sembra ci sia un minimo di stabilità, dopo mesi “movimentati”. Anche se Giorgia non ha mai smesso di trattarla alla pari, senza pietismi di superficie.

“Per me stare con lei è sempre stato qualcosa di naturale, come sarebbe stato in qualsiasi rapporto di amicizia –continua Giorgia, tra una pausa del suo lavoro in gelateria e gli studi- Occorre qualche attenzione in più, non solo per le oggettive difficoltà di mobilità e per il trasporto della carrozzina, ma anche per poter dialogare con lei”.

 

Roberto Turetta