giovedì, 28 Marzo 2024
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Bikers in viaggio da Porto Viro: meta la “Merica”

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brasileIn questo loro ultimo viaggio i Free Bikers non hanno di certo avuto problemi con la lingua, dal momento che hanno potuto parlare il dialetto veneto facendosi capire benissimo pur essendo dall’altra parte dell’Oceano: i quattro ciclisti che solcano il mondo in sella alle loro bici sono appena rientrati da un viaggio in America Latina sulle orme dell’emigrazione veneta del secolo scorso intitolato “Dai andemo via…andemo in Merica”.
In quelle terre lontane l’italianità portata dai nostri emigrati tra 800 e 900 è ancora forte nei loro discendenti, tanto che nel sud del Brasile si parla il talian, un misto di portoghese e dialetto veneto tutelato dalle istituzioni. Tre gli stati toccati dai cicloturisti: Brasile, Uruguay e Argentina e in ognuno di essi incontri con le comunità locali o con i circoli che mantengono viva l’identità italiana nel mondo.
Durante il tour poi, collegamenti via Skype con tre comuni bassopolesani: per Porto Viro con la gemella Veranopolis con il gruppo folcloristico Bontemponi in abiti tradizionali, per Porto Tolle con l’Uruguay in cui non è mancato un saluto al fratello del maestro Rigolin emigrato decenni fa e per Loreo con il paese brasiliano di Sao Joao do Polesine, con il quale è stato stretto negli anni scorsi un patto d’amicizia che promette di diventare un gemellaggio.
Un divertente siparietto al termine di quest’ultimo, quando alcune signore di qua e di là dall’Oceano si sono messe a parlare di piatti tipici, che grazie all’emigrazione di molti nostri antenati sono rimasti praticamente gli stessi.
Nei 3500 km complessivi percorsi tra bici e auto dai portoviresi Mario Mantovan, Mauro Garbin e Vincenzo Mancin e dal portotollese Vittorio Cacciatori, accompagnati nella logistica dall’amico brasiliano Moacir Dal Castel, tante sono state le occasioni di approfondire vecchie amicizie (come a Veranopolis dove sono stati ospiti ufficiali del comune) o di creare nuovi contatti con autorità, consoli e alti rappresentanti come il sindaco di Montevideo e l’ambasciatore italiano in Uruguay.

“Questo è stato un viaggio diverso dai precedenti – racconta Mario Mantovan – in cui abbiamo fatto qualche pedalata in meno, ma ricompensati dai tanti rapporti umani degli italoamericani che abbiamo incontrato con le lacrime agli occhi: abbiamo dormito a casa loro e fatto ‘filò’, e quando cucinavamo noi la pasta che ci eravamo portati da casa, di sera in sera abbiamo visto i nostri ospiti aumentare a dismisura. La novità di questa esperienza è stata quella dei collegamenti Skype, con la speranza che le scolaresche mantengano vivi i rapporti usufruendo di queste dirette virtuali. Abbiamo portato doni come quelli della parrocchia di Donada a quella di Veranopolis, e un cd sul nostro Delta a tutte le comunità incontrate nel nostro cammino”.

Fabio Pregnolato