mercoledì, 24 Aprile 2024
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Naufragato il tram verso Padova ecco l’idea della funivia urbana

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funivia-urbana-messicoSono 30 mila i veicoli che ogni giorno attraversano la Statale Piovese a Ponte San Nicolò. E dopo l’addio alla linea Sir3 del tram, che comunque sarebbe sbucata soltanto a Voltabarozzo, si torna a parlare di nuovi sistemi di trasporto pubblico. Questa volta, però, dall’alto.

Nei giorni della presentazione del nuovo Pat, il vicesindaco e assessore all’urbanistica Martino Schiavon ha spiazzato un po’ tutti suggerendo un modo nuovo di risolvere il problema del traffico su via Roma e via Marconi: una funivia urbana. L’idea, anticipata qualche mese fa anche a Padova dal tandem Carrai Lorenzoni per unire la stazione alla zona industriale, aveva fatto tanto discutere anche durante la campagna elettorale romana vinta dai 5 stelle.

Ma se in Italia quando si parla di funivie si pensa soltanto a sciate e settimane bianche, in molte parti del mondo, specie negli ultimi anni, la fanno da padrone progetti di ovovie e cabinovie urbane, anche in pianura. “Le funivie urbane,- spiega Martino Schiavon, – sono facili da progettare, economiche, scenografiche e soprattutto a basso impatto ambientale”. Sistemi privi di conducente, le cabinovie viaggiano tra i trenta e cinquanta metri d’altezza, sorrette da piloni che si susseguono l’un l’altro di qualche centinaio di metro. Le stazioni, in assenza di colline o rialzi naturali, sono dei semplici ascensori anticipati da tornelli. Niente traffico, niente ritardi, grazie a cabine che arrivano ogni minuto e che sono in grado di contenere dalle sei alle dodici persone ciascuna. È possibile farsi un giro in funivia urbana in ogni angolo del mondo, da Londra a New York, dal Sud-America alle metropoli asiatiche.

I costi per un chilometro di cabinovia vanno tra i due e i quattro milioni, infinitamente meno di tram e metropolitane. Per Schiavon la funivia urbana, da pensare all’interno della città metropolitana, permetterebbe di trasferire in cielo soprattutto il traffico giornaliero tra Padova e l’Agripolis, una fetta considerevole dell’intasamento attuale. Le minoranze hanno accolto la proposta tra rabbia e aperta derisione: “La funivia di Schiavon è fantascienza – ha accusato l’ex Pd Hussein Bazzi – in Italia non si è mai vista in nessuna città. Questo progetto non esiste nemmeno sulla carta”. “Il vicesindaco Martino Schiavon sta iniziando la sua campagna elettorale – protesta Marco Schiavon di Per Cambiare Ponte San Nicolò – pensi piuttosto alla Statale, che va declassata a regionale e su cui vanno compiute opere come rotonde e cambiamento della segnaletica orizzontale. E comunque, anche se ci fosse la funivia, la gente continuerebbe a prendere la macchina”.

“La nostra sfida è governare i fenomeni – replica il vicesindaco Martino Schiavon – mi sono permesso di lanciare un’idea già sperimentata in molte parti del mondo perché i nostri figli non possono soffocare per i 30 mila passaggi giornalieri sulla Statale. Credo che sia obbligatorio per un amministratore proporre delle soluzioni”. Perché il dibattito sulla funivia possa tramutarsi in realtà, però, bisognerà citofonare a giugno al nuovo inquilino di Palazzo Moroni, a Padova, e chiederne che pensa.

Andrea Canton