venerdì, 29 Marzo 2024
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Rovigo capitale della cultura? Si può fare

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Comune RovigoEra iniziato come una semplice provocazione, alla fine è diventato un progetto ambizioso. “Siamo una provincia con una forte rete museale (di cui due nazionali) e abbiamo due conservatori statali. Perché non costruire un progetto omogeneo, attraverso le fondazioni di comunità di area vasta, rilanciando il settore cultura e candidando Rovigo a capitale europea della cultura?”. Era stata la provocazione-sfida lanciata dal professor Edoardo Gaffeo durante il 13esimo “Incontro dei politici e degli amministratori” organizzato dal vescovo Pierantonio Pavanello, che vedrebbe proprio nella cultura il possibile rilancio di Rovigo e del Polesine.Un progetto che piace anche al Comune, come conferma l’assessore alla Cultura Andrea Donzelli.

Assessore, Rovigo può essere davvero Capitale della cultura?
“Si tratta di un progetto che, se vedesse la sinergia di tutti gli enti che operano nella e per la cultura, avrebbe uno spessore davvero interessante e potrebbe davvero portare alla realizzazione di questo prestigioso obiettivo entro il 2020. Il Comune sarebbe il promotore del progetto, ma i vari enti e associazioni sarebbero l’appoggio fondamentale”.

Chi dovrebbe avere in carico il progetto?
“Il comitato per Rovigo capitale italiana della cultura lo vedo composto dal Comune, come dalla Provincia, la Regione, le diocesi, le banche, le fondazioni e gli enti che investono e governano capitali nel territorio. Questo comitato dovrebbe poi appoggiarsi a un comitato organizzativo, dove verrebbero incluse tutte quelle associazioni e quegli enti che programmano eventi e manifestazioni culturali, come l’Accademia dei concordi, il Lions Club, la Rotary o il teatro Nexus o la stessa stampa, come soggetto della cultura. Ma sono
davvero tante le realtà su cui Rovigo potrebbe contare”.

E cosa può fare il Comune concretamente?
“Tutti gli enti che fino ad ora sono stati coinvolti in questo progetto hanno identificato nel Comune il perno del coordinamento, un ruolo importante e allo stesso tempo difficile, a causa della sua “latitanza”. Non tanto per la disponibilità del personale, ma dalle ridotte capacità economiche: il Comune non è nella posizione di investire. Ecco allora che entro in gioco io, nel tessere la trama di questo progetto, insieme all’Accademia dei Concordi e al Conservatorio nel creare un ambiente di sinergia, all’interno del quale muovere tutti attorno a un’unica idea condivisa”.

Cosa rappresenterebbe per Rovigo avere il titolo?
“Una visione di medio termine per creare un’identità ormai perduta, indipendentemente dalla possibilità di guadagnarci un titolo comunque prestigioso e il premio che potrebbe arrivare (pari ad 1 milione di euro). Non parliamo di una riscoperta, ma di una vera e propria creazione di una nuova identità”.

Serena Di Santo