giovedì, 28 Marzo 2024
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Delta: l’ostrica rosa e la scommessa vinta

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La società ‘Perla del Delta‘ ha soffiato sulla sua prima candelina e già si sta ritagliando il proprio spazio nel mercato nazionale grazie al suo prodotto di eccellenza, unico in tutta Italia: l’ostrica rosa Tarbouriech.
Un’avventura su cui ha scommesso il giovane Alessio Greguoldo, oggi amministratore unico della società. Sei anni fa, infatti, l’allevatore di cozze polesano ha incontrato l’imprenditore Florent Tarbouriech che nel sud della Francia, dieci anni prima, aveva installato un innovativo impianto per l’allevamento delle ostriche.
Cento impianti in Francia, uno in Spagna e, da marzo 2016, anche il primo italiano, nella Sacca degli Scardovari.
Il sistema ecosostenibile conta su pannelli fotovoltaici ed eolici e consente di simulare la bassa e l’alta marea: una conchiglia rosa madreperla racchiude un frutto prezioso e dal gusto inconfondibile, che già viene apprezzato da chef stellati e nel mercato enogastronomico.
Il mese scorso si è tenuto nel noto ristorante stellato Baccano di Roma, a due passi dalla fontana di Trevi, la presentazione dell’ostrica dop polesana: grande interesse e curiosità da parte della stampa enogastronomica ma soprattutto dei numerosi ristoratori intervenuti. Greguoldo è stato anche tra i relatori del convegno di Pordenone nell’ambito di Acquafarm, la fiera nazionale per l’acquacoltura sostenibile e l’industria per la pesca e il suo lavoro ha suscitato l’interesse di una ricercatrice della facoltà di Biologia marina dell’università di Padova. In fase di stesura è anche una tesi universitaria sulla nuova ostrica polesana: mensilmente dei ricercatori dell’ateneo patavino visitano l’impianto per raccogliere dati, analisi e indagini.
In questi anni sono stati diversi gli scambi e gli incontri con l’imprenditore Tarbouriech, socio di Greguoldo nella società ‘Perla del Delta’ assieme al figlio Romen, e oggi questa scommessa è una realtà. L’allevatore polesano ha seguito diversi corsi per l’incollaggio delle ostriche, che vengono artigianalmente fissate a mano sulle corde, e quindi per la raffinazione e il confezionamento.

“Contiamo di realizzare un secondo impianto – spiega Greguoldo – e dal momento che sino ad oggi abbiamo consentito il lavoro di cinque persone attraverso i voucher, ipotizziamo di poter assumere del personale nel 2018”.

“Ringrazio il direttore del consorzio Gabriele Siviero e così Emanuele Rossetti – conclude – che per primi hanno creduto in questa avventura, così l’intera famiglia Tarbouriech che ha intravisto una possibilità importante nella nostra splendida Sacca degli Scardovari”.

Massimiliano Beltrame