Un picco di casi di morbillo si è verificato anche nella Regione Veneto.
La situazione è sotto controllo, l’attenzione massima e l’offerta vaccinale è stata rafforzata su tutto il territorio. Questo quanto riportato nel bollettino elaborato dalla Direzione Prevenzione sulla Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia della Regione.
Il numero di casi di morbillo da inizio 2017 è anomalo in tutta Italia ma la situazione in Veneto è affrontata con tranquillità. Si tratta infatti dell’unica Regione d’Italia ad avere un sistema informatico di sorveglianza che permette di sapere con precisione millimetrica l’andamento praticamente giorno per giorno.
Il vaccino contro il morbillo viene erogato in due dosi: la prima al tredicesimo mese di vita e la seconda tra i cinque e i sei anni di età. In caso di mancata risposta viene effettuato un nuovo sollecito, l’offerta rimane valida e gratuita entro i 14 anni e anche successivamente.
La situazione indica che ben il 92,6% dei veneti tra 2 e 18 anni è vaccinato e che, per i bambini nati nel 2014, siamo all’89,2%, due punti in più rispetto al precedente rilevamento e non calcolando i bimbi che si trovano tra l’erogazione della prima e seconda dose e quelli troppo piccoli per essere vaccinati.
Il Bollettino Morbillo Veneto indica tra l’altro che il picco di casi si è avuto tra marzo e aprile, con il massimo nell’ultima settimana di marzo. Tra gennaio e maggio 2017 i casi registrati sono stati in tutto 144 (contro i 570 del Lazio, i 429 del Piemonte, i 241 della Lombardia e i 236 della Toscana), con la maggior diffusione nelle province di Padova (84) e Verona (39).
I vaccini attualmente offerti alla popolazione dalla Regione Veneto sono: difterite, tetano, polio, epatite B, pertosse, meningococco ACWY, meningococco B, pneumococco, meningite da emofilo, morbillo, rosolia, varicella, parotite, papilloma virus, influenza stagionale, su richiesta rotavirus ed herpes zoster ed infine per i viaggiatori febbre gialla, malattie trasmesse da zecche, epatite A.