“Nell’ambito della riorganizzazione della pubblica amministrazione sotto la riforma Madia tra le varie ‘riorganizzazioni discutibili’ vanno sicuramente annoverate le ‘Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia’”. Lo dichiarano il deputato Emanuele Cozzolino e la consigliera regionale Patrizia Bartelle.
“A preoccuparci in modo particolare è la paventata soppressione dei presidi di polizia postale in un momento storico che vede il costante incremento dei reati informatici e telematici – spiega Cozzolino – recenti episodi di cronaca hanno dimostrato la diffusione e la pericolosità sociale di fenomeni quali ad esempio il cyber-bullismo e il sexting che, tramite la diffusione virale sulla rete internet e sui social network, hanno condotto alcune persone al suicidio. Per arginare e controllare queste ed altre forme di abuso dell’utilizzo della rete internet e dei social network, nonché ulteriori reati perpetrati tramite il mezzo informatico, è di fondamentale importanza il lavoro svolto dalla polizia postale. Oggi stesso solleciterò per l’ennesima volta il ministro dell’Interno affinché risponda alla mia interrogazione depositata a ottobre 2016 con la quale chiedevo se e con quali modalità le sezioni di polizia postale saranno oggetto della razionalizzazione delle forze di polizia e in quali tempi il Governo intenda assumere iniziative per elaborare una disciplina organica di riforma del comparto sicurezza e difesa, che contenga criteri in grado di orientare in modo preciso i relativi interventi di razionalizzazione”.
La consigliera regionale Bartelle Patrizia già dipendente della polizia di Stato, rilancia: “Vorrei manifestare il mio dissenso in merito alla razionalizzazione dei presidi della specialità della polizia postale, fortemente a rischio in quanto il dipartimento ha in animo la sua sostanziale soppressione motivata da una presunta spending capoluoghi di regione e, con criteri non resi pubblici, anche qualche sezioni review, intendendo mantenere aperti uffici di specialità solamente nei di provincia, sopprimendo per quanto riguarda il Veneto, 4 uffici tra cui quello di Rovigo. Sicuramente un momento storico sbagliato per procedere a queste soppressioni, in cui il lavoro svolto dagli operatori della polizia postale, è fondamentale per il contrasto del terrorismo fondamentalista, che si alimenta in rete, per il reclutamento di adepti”.