venerdì, 29 Marzo 2024
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Ci sono 104 richiedenti asilo, “ma non chiedono l’elemosina”

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“A Porto Viro abbiamo un numero di immigrati di circa tre volte superiore al rapporto previsto con il numero degli abitanti (2,5 migranti ogni mille abitanti). E mi si permetta di dire anche che è triste dover trattare le persone secondo un rapporto proporzionale (che comunque, tra l’altro, non viene quasi mai rispettato)”. A fare il punto sulla questione profughi in città è il sindaco Maura Veronese, che aggiunge: “Dopo l’elezione ho avuto modo di confrontarmi con il nostro prefetto Enrico Caterino, dichiarando sin da subito come non fosse sostenibile per il nostro comune accogliere ancora migranti. Ad oggi infatti nel comune di Porto Viro sono ospitati 104 migranti, di cui 59 all’hotel Delta Park, 35 a Cà Pisani e 10 a Villaregia”. La puntualizzazione del sindaco prende le mosse dalle lamentele per frequenti episodi di accattonaggio nel comune: “Va specificato come – a seguito dei controlli fatti dalla polizia locale – sia emerso che i migranti che sono stati segnalati al mercato non siano accolti nelle strutture di Porto Viro e di come gli stessi abbiano l’uso di spostarsi in altre città o paesi in occasione dei mercati rionali oppure per sostare di fronte ai supermercati” scrive. “Non nego che mi intristisce vedere questi giovani ragazzi che non sanno come impiegare il proprio tempo, che magari pensavano ad avere altre opportunità nel vecchio continente che non fossero assistenzialismo e non integrazione. Anche l’ipotesi di impegnarli a livello locale (in modo realistico e non illusorio) richiede dei costi spropositati. E allo stesso tempo tanti sono i nostri cittadini in difficoltà. Quindi siamo di fronte realmente ad un vicolo cieco” scrive la prima cittadina sulla sua pagina Facebook. “Personalmente non sopporto poi il fatto che non si possa affermare che la situazione nazionale sia fuori controllo e ormai inaccettabile senza essere accusati di xenofobia, razzismo, fascismo etc. Credo che tale situazione sia un dato oggettivo e che, al di là di qualche eccezione, sia riscontrabile da chiunque abbia un po’ di buon senso. Non si tratta di appoggiare uno schieramento politico o un altro, ma di realizzare come sia necessario un cambio di rotta. Allo stesso tempo trovo raccapricciante la cattiveria spesso gratuita (e tutta social) e ormai generalizzata nei confronti degli immigrati. Per cui è evidente che a livello locale non si possa fare molto per sanare questa situazione ma è importante ci si aiuti a ‘tollerare’ senza inasprire gli animi, monitorando non vi siano irregolarità o disagi e chiaramente notificando alle autorità competenti qualsiasi problema riscontrato”.

Giorgia Gay