venerdì, 19 Aprile 2024
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Fiume Tergola, inquinamento e continue morie di pesci

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Causa principale di tutto ciò è senza alcun dubbio l’inquinamento. Poche settimane fa un altro caso di moria di pesci ha destato preoccupazione nelle persone residenti vicino al punto di scolo in via Marconi, al confine tra Codiverno di Vigonza e Reschigliano di Campodarsego. A segnalare il fatto sono stati ancora una volta i residenti che hanno chiamato le forze dell’ordine. La polizia locale, intervenuta immediatamente sul posto, ha fatto alcune rilevazioni che hanno confermato una situazione precaria circa la salute delle acque. Anche se le cause di questa nuova moria di pesci sono ancora da accertare, si punta il dito infatti contro il forte caldo estivo e il minimo riciclo d’acqua nei fossi. È giusto comunque sia ricordare che il fiume Tergola è risultato positivo al test sull’inquinamento batteriologico diverse volte in passato e le analisi eseguite hanno decretato delle condizioni ecologiche del corso d’acqua davvero pessime, legate senza dubbio all’aumento delle sostanze inquinanti presenti in questo. Non sembra quindi essere bastata l’ordinanza antinquinamento emessa dalla precedente amministrazione comunale, guidata dal ex sindaco Nunzio Tacchetto, nel novembre 2015, adottata dopo la scoperta dell’ennesimo sversamento inquinante nella fossa Crea. Negli anni diversi punti del fiume sono stati protagonisti a loro malgrado di casi d’inquinamento “selvaggio”. Uno degli ultimi episodi ha riguardato anche il corso d’acqua Negrisia, che parte da via Gerla a Codiverno, e sfocia nella Tergola, passando da Pionca e Peraga. L’inquinamento chimico e batterico e il degrado diffusi della qualità delle acque lungo la Tergola, accompagnati dalla notevole quantità di sporcizia e detriti visibili in superficie, hanno ormai da tempo vietato qualsiasi uso dei tradizionali usi domestici dell’acqua, salvo inerziali eccezioni come per le irrigazioni dei campi. Il recupero di una limpidità delle acque di un passato recente, appare oggi come un distante miraggio impossibile da raggiungere, e anche le varie iniziative volte verso un ripristino in termini ecologici e di sanificazione delle acque del fiume si sono rivelate fallaci ed inefficaci. Purtroppo la qualità del corso del fiume è messa a rischio anche dal deterioramento, dovuto ad una scarsa manutenzione, delle sue arginature che ha già iniziato a portare gravi danni attorno a sé. Inoltre la mancata escavazione e il conseguente innalzamento dell’alveo hanno aumentato negli ultimi anni il rischio di tracimazioni del fiume, soprattutto nel basso corso. Il fiume di tutti, patrimonio naturale specialmente del territorio vigontino, è diventato il fiume di nessuno, è stato usato in modo indegno, solo come via di scarico per i residui delle attività industriali e come ricettacolo dei prodotti chimici impiegati nell’agricoltura intensiva, decretando in questo modo la sua morte biologica.

Manuel Matetich