giovedì, 28 Marzo 2024
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Dal robot Nao ai droni d’emergenza, “Il futuro della didattica nel digitale”

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Qualcuno potrebbe definirlo un visionario, proiettato verso un futuro di pura fantasia. Stiamo parlando di Alfonso d’Ambrosio, animatore digitale e insegnante dell’istituto Cattaneo di Monselice. Vive di ricerca e innovazione mettendo infinita passione nell’insegnamento. A lui abbiamo chiesto di darci un pronostico su questo nuovo anno scolastico in relazione al cambiamento digitale della scuola italiana.

Professore ci elenca gli ultimi progetti avviati in ambito scolastico?
Beh in questo momento stiamo completando una serie di bandi che abbiamo vinto che porteranno finanziamenti per più di 100 mila euro. Inoltre stiamo organizzando dei corsi di formazione per docenti interni ed esterni. Per quanto riguarda gli studenti invece abbiamo avviato le classi prime all’apprendimento della robotica, anche grazie ad un contributo del Comune. In pratica gli alunni seguiranno 30 ore di lezioni per imparare da subito a programmare i robot.

Un progetto ambizioso! Ma si tratta di robot umanoidi?
Esattamente. Abbiamo acquistato il robot Nao, un vero concentrato di tecnologia in soli 58 centimetri. Ora che abbiamo maturato una certa esperienza, i nostri ragazzi lo porteranno nelle scuole del territorio: saranno proprio i ragazzi a curare lo storytelling per arrivare a discutere anche di “robo-etica”.

L’introduzione della robotica nelle scuole è mera innovazione di strumenti o segna un cambiamento più radicale?
A livello nazionale si sta spingendo molto per dare spazio alla didattica con gli umanoidi. Sono simili all’uomo e permettono di veicolare conoscenze e apprendimento. Io dico sempre che dobbiamo spostare la didattica verso le competenze, il sapere deve essere più in transito. A volte si parla proprio di “sapere liquido” applicato a dei progetti aperti.

Può farci un esempio concreto e applicabile alla nostra vita di provincia?
Certamente. Ormai da qualche settimana stiamo lavorando con dei droni adatti ad operare in situazioni di emergenza. Si potrebbe ad esempio consegnare dei farmaci da un punto A ad un punto B: basti pensare alla recente alluvione che ha colpito il vicentino. Con un progetto simile i soccorsi sarebbero certamente più efficienti e in questo caso gli studenti apprendono fisica, matematica e anche meccanica.

E per il prossimo futuro?
A partire da gennaio vorremmo avviare un progetto per portare il robot Nao nelle corsie degli ospedali, magari nei reparti di pediatria. Nel frattempo, nelle classi prime, vorremmo provare il “flipped learning”, ovvero la didattica capovolta: i ragazzi studiano a casa i video delle lezioni per apprendere in anticipo i contenuti dei corsi e in classe invece possono svolgere i compiti per casa per risolvere dubbi o dare altri spunti.

Dovremo quindi aspettarci una didattica sempre più digitale? A mio parere si. Il cambiamento non sarà rapidissimo, ma certamente ci sarà. Dobbiamo però ricordare che non sono gli strumenti digitali a cambiare le cose: solo se non faremo gli struzzi e lavoreremo uniti potremo vedere la svolta positiva che tutti noi auspichiamo.

Emanuele Masiero