venerdì, 29 Marzo 2024
HomeRodiginoCaso insegnanti a Rovigo: “I miei 12 giorni senza cibo per poter...

Caso insegnanti a Rovigo: “I miei 12 giorni senza cibo per poter continuare a lavorare”

Tempo di lettura: 2 minuti circa

In sciopero della fame per 12 giorni per poter continuare a lavorare e portare avanti fino alla classe quinta la sua 2A della scuola Giovanni Pascoli. Stefano Siviero, di Rovigo, è uno dei 4mila insegnanti in Veneto (55mila in Italia) colpito dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso i docenti con diploma magistrale dalle graduatorie ad esaurimento (Gae) per l’immissione in ruolo. 42 anni, tre figli, e davanti un futuro incerto, Stefano aveva pensato di scioperare per soli 6 giorni ma, visto che nulla si è mosso, ha deciso di andare avanti finché ha potuto. Così in tutto lo sciopero si è protratto per 12 giorni, finchè il fisico non lo ha più permesso.

Ci può spiegare cosa è successo?
“Fino al 2001- 2002 si poteva insegnare con il diploma, non per niente la scuola si chiamava Istituto magistrale, e dava l’abilitazione e l’accesso diretto alle Gae. Nel 2006 quando le Gae sono state aperte, per un semplice errore di trascrizione non sono stati inseriti i diplomati magistrali. Quando ce ne siamo accorti abbiamo fatto presente la cosa e ci hanno messo in seconda fascia, subendo quindi anche un’ingiustizia. Abbiamo iniziato a fare supplenze e ricorsi. Nel frattempo è partita la Laurea in Scienze della formazione che dava accesso alle Gae. Quindi noi siamo figli di un malgoverno, di scelte sbagliate e di dimenticanze vere o presunte che vanno avanti da molti anni”.

Quindi è un problema che coinvolge anche più governi succedutisi negli anni.
“Sì non soltanto da un colore. Diciamo che il Governo Renzi ha rincarato la dose perché ha creato la legge 107 in base alla quale chi ha sostenuto 36 mesi di precariato e non ha ottenuto stabilizzazione non può ambire a un posto in ruolo ma anzi viene licenziato. Io ad esempio ho 11 anni di precariato e due anni di ruolo…”.

Adesso che prospettive ha?
“Sembrerebbe che tutti abbiano a cuore la nostra situazione: c’è la possibilità di un decreto legge”. In cosa è consistito lo sciopero? Si è privato di tutto? “Ho bevuto solo liquidi: acqua, bibite zuccherate, succhi di frutta, tè… i primi giorni sono i più difficili, perché la fame ti attanaglia, ma poi ti abitui… Ci vuole tanta forza di volontà”. Pensa di aver contribuito concretamente alla causa così? “Abbiamo portato l’attenzione dei media su di noi, siamo passati dal non essere visti da nessuno a essere cercati da tutti… ”.

L’ha seguita un medico?
“Ho avvisato il mio medico, ma senza controlli. Non ho la fortuna di essere Pannella, che poteva fare scioperi di 40 giorni, ma stava a letto seduto con il medico a fianco senza lavorare… Io no, sono rientrato al lavoro, ho fatto servizio nelle scuole regolarmente perché non sarebbe stato giusto per i bambini se mancassi… li ho accompagnati anche in uscita didattica. Io voglio poter portare fino alla quinta la mia 2A”.

Giorgia Gay