venerdì, 29 Marzo 2024
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Chioggia: centro destra preoccupato per il futuro del Mercato Ortofrutticolo

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Forte preoccupazione del Centro Destra Chioggiotto sulla futura gestione del Mercato Ortofrutticolo di Brondolo. Alla luce della pubblicazione della determina 1372 del 22 giugno scorso circa l’“Avvio della procedura per l’affidamento di gestione del Mercato Ortofrutticolo”, i consiglieri Beniamino Boscolo Capon (Forza Italia), Marco Dolfin (Lega) e Giuseppe Casson (Chioggia è Libera) manifestano una forte preoccupazione per il comparto orticolo, in particolare per i contenuti di tale documento che, a loro avviso, sono in posizioni diametralmente opposte rispetto gli impegni presi dall’Amministrazione Comunale tutta, in sede di commissione consigliare il 6 febbraio del 2017 e in contrasto con la delibera di giunta di aprile 2016 e Patti Parasociali sottoscritti.

Infatti, se l’Amministrazione avesse affidato il referato all’Agricoltura (latitante nei primi 6 mesi di nuova amministrazione), non scorporando il referato ai Mercati tra due membri di giunta (mettendo in contrapposizione due assessori della stessa giunta) e avesse sottoscritto la convenzione prima della nuova legge Madia che poi ha cambiato le regole del gioco, probabilmente si sarebbe evitata tale situazione di confusione e difficoltà di gestire il Mercato Ortofrutticolo.

“L’Amministrazione, alla luce della trasparenza e dell’onestà intellettuale, dovrebbe spiegare alle associazioni di categoria, alle aziende e ai lavoratori del comparto cosa sta combinando – sostengono unanimi i tre consiglieri. – Ad oggi ciò che era previsto nella convenzione, non trova riscontro e stravolge tutto il lavoro fatto dalla politica, in questi anni (anche in questi due anni grillini). L’area e la struttura hanno bisogno di investimenti, ristrutturazione e maggior forza nell’organizzazione, invece questo questo modo di procedere porterà nocumento a discapito del comparto orticolo. In particolare, per quanto concerne la durata, nella determina si parla di un affidamento di 15 anni (solo perché il Comune li vuole fare coincidere con durata servizio SST – nessun scopo industriale), mentre nella convenzione si parlava del 2050 e teniamo conto che l’affidamento non è mai inferiore ai 30 anni. Nei contenuti della convenzione (mai firmata), che confermava il canone in proporzione al fatturato, con riconoscimento degli ammortamenti e dell’importante ruolo dell’Amministrazione, la determina prevede, invece, un costo fisso di base d’asta di 44.000 euro a rialzo per maggior punteggio (a prescindere dallo stato di salute della produzione).

Si esclude qualsiasi contributo economico dell’Amministrazione Comunale (anche quindi di possibili finanziamenti pubblici di Ministero o FSE) ed esclude anche la possibilità all’attuale società pubblico-privata di partecipare al bando, dando, inspiegabilmente, un segnale di discontinuità del lavoro svolto (visto che nella determina in maniera esplicita si prevedono solamente associazioni e consorzi, escludendo gli altri soggetti legittimanti dalle L.R. 22/1986)”.

“Appare evidente – concludono i consiglieri – che l’Amministrazione Grillina abbia bisogno di fare cassa prevedendo costi fissi alla struttura, eliminando ogni proprio coinvolgimento, non avendo in testa un piano industriale a riguardo, e dissipando ogni esperienza fatta in questi anni con un segno di forte discontinuità! La nostra proposta è di tener conto delle osservazioni e dei suggerimenti contenuti nella presente e rivedere i contenuti della determinazione 1372 del 22/06/2018, coerentemente con quanto previsto dalla delibera di giunta, patti parasociali, nella bozza della convenzione e quanto discusso in commissione”.