Il “Piano degli Interventi”, punto centrale del nuovo piano d’assetto del territorio di Ponte San Nicolò, ha preso il via nel mese di aprile con un “documento programmatico preliminare. Quest’estate, però, la palla passa ai cittadini. È stato pubblicato a inizio luglio, da parte dell’amministrazione comunale, l’avviso pubblico relativo alla raccolta di “proposte e iniziative di interesse diffuso o puntuale e di proposte di rilevante interesse pubblico da definire attraverso accordi pubblico-privato” per la prossima – la prima e la più importante – variante urbanistica al neonato piano. In poche parole, i cittadini sono chiamati a modulare – entro novanta giorni, cioè l’inizio del mese di ottobre – le loro richieste puntuali che saranno valutate dai tecnici comunali e poi sancite dal voto del consiglio comunale. Queste “proposte e iniziative” potranno essere di interesse diffuso, cioè relative alla collettività, ma anche relative a singole proprietà private.
“Andremo a lavorare solo con il patrimonio edilizio già esistente – promette Martino Schiavon, vicesindaco e assessore all’urbanistica di Ponte San Nicolò – la volontà e le indicazioni espresse dal consiglio comunale sono chiare: l’esigenza del nostro piano degli interventi sarà la rigenerazione del vecchio costruito e la riqualificazione del territorio. Tra le poche eccezioni per richiedere aumenti volumetrici ci sono le ragioni familiari: solo in caso di riunificazione familiare o di estensione del nucleo, come ad esempio un figlio che si sposa e ha bisogno di un nuovo appartamento, verranno concessi fino ad un massimo di 600 metri cubi. Questo varrà solo per i parenti e sul bene sarà imposto un vincolo di dieci anni, per cui non si potrà vendere ad altri fino a tale data”. Eccezione simile per i rustici non più funzionali al fondo agricolo o attività artigianali dismesse: al loro posto si potrà costruire fino ad un massimo di 800 metri cubi, l’equivalente di una bifamiliare.
“Nel Pat – aggiunge il vicesindaco Schiavon – saranno censiti gli edifici con gradi di protezione storica, per verificare se siano ancora attuali”. Eventuali ampliamenti però saranno molto meno economici di un tempo: da pochi anni, infatti, oltre agli oneri di urbanizzazione, la legge dello stato prevede un contributo straordinario pari alla metà del plusvalore che ogni beneficio del piano degli interventi porterà ai cittadini. Un’altra misura, insomma, per limitare il consumo di suolo incoraggiando, per quanto possibile, la rigenerazione di suolo. Nel caso di interventi di maggiore estensione, infine, bisognerà ricorrere ai cosiddetti “accordi pubblicoprivato”.
Il vicesindaco Schiavon fa alcuni esempi: “C’è il piano di recupero di Piazza Liberazione a Ponte San Nicolò, ma anche l’ex macello di Roncajette”. Al termine della scadenza di inizio ottobre, e dati i tempi tecnici, l’obiettivo dell’amministrazione è far sì che la nuova variante del piano degli interventi sia operativa per i primi mesi del 2019.
Andrea Canton