venerdì, 29 Marzo 2024
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Quinto di treviso: viaggio nel passato, in onore di Baracca

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Fotografie inedite di una Quinto assai diversa dall’attuale. Ma una Quinto che grazie agli Alpini, nel 2018, ha potuto riassaporare e apprezzare sentimenti e fotogrammi di cent’anni fa. È quanto esposto dal 29 settembre al 7 ottobre scorsi nelle sale di villa “Memo Giordani Valeri”, in piazza Roma, sede comunale adibita a polo culturale. Teatro è stata la speciale mostra dal titolo “Francesco Baracca, 1918-2018. La Grande Guerra a Quinto”, che ha riscosso un notevole successo. D’altronde, trovarsi di fronte a fotografie inedite del proprio paese, perdipiù “condite” della presenza di personaggi storici come Gabriele D’Annunzio (che ai funerali lesse un’orazione in onore di Baracca, il cui testo è stato esposto in mostra nonchè recitato), non è cosa da tutti i giorni.

Così come poter raffrontare i luoghi di allora, siano il Borgo o la vecchia Noalese sul suo percorso originario, con fotogrammi odierni. E poi cimeli, reperti inediti, un ospedale da campo vero e proprio oltre ad una sezione interamente dedicata alla filatelica. Insomma, un racconto a tutto tondo – visitato anche dalle scolaresche – dal sapore speciale. Il tutto a inserirsi in un contesto, quello di Quinto, che molto ha da raccontare sul primo conflitto mondiale. La stessa piazza Roma, di fronte al municipio, conserva infatti il da poco rinnovato Monumento ai Caduti del paese (un tempo “racchiuso” nel cosiddetto Parco della Rimembranza, come testimoniano alcune foto d’epoca) opera del triestino Attilio Selva, realizzato nel 1925 e a cui – per più aspetti – contribuì anche il pittore Beppe Ciardi.

Due donne assorte in preghiera, con ogni probabilità madre e sposa del soldato al fronte, che guardano con speranza a una fiamma ardente perenne, simbolo della fede. Sui pilastri, poi, i nomi di tutti i caduti quintini, ma con un’eccezione: l’aggiunta del nome di Francesco Baracca, sul basamento. Un ulteriore segno di riconoscenza all’asso dell’aviazione di Lugo di Romagna, che da Quinto – dal campo di volo di San Bernardino – partì molte volte, compresa l’ultima, quando si arrestò a Nervesa. Nella giornata di inaugurazione della mostra in villa “Memo Giordani Valeri”, a lato del Monumento, ha garrito un grande tricolore. La speranza è che il resto, oltre che impresso nelle fotografie, resti anche nelle menti e nei cuori delle generazioni future.

Alessandro Bozzi Valenti

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