venerdì, 29 Marzo 2024
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Piove di Sacco: è tempo di dirci quando riaprirà il punto nascite

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Da luglio è stato convertito in centro maternità. Le donne per partorire si devono rivolgere altrove. Una situazione che doveva essere temporanea, ma che permane

“E ’ definire un orizzonte giunto il momento di temporale certo per la riapertura del Punto nascita dell’ospedale Immacolata Concezione”. A chiederlo è il sindaco Davide Gianella che, passata la pausa estiva, riporta all’attenzione una questione rimasta nel limbo. A Piove di Sacco da alcuni mesi non si nasce più. Da metà luglio il punto nascite è stato riconvertito, teoricamente in maniera temporanea, in centro maternità che prende in carico le pazienti per la durata della gestazione ma che per il parto si devono rivolgere altrove.

La decisione dell’Usl 6 Euganea è stata presa, come ha tenuto a suo tempo precisare, per la mancanza di specialisti e quindi per l’impossibilità di continuare a garantire gli standard di sicurezza. Una situazione tra l’altro aggravata anche dall’imminente turnazione legata alle ferie estive. In ballo, a dirla tutta, c’è anche, e soprattutto, la nuova richiesta di deroga a Roma, ripresentata dalla Regione, per il mantenimento dei reparti con meno di 500 parti annui.

La prima richiesta per quanto riguarda il presidio piovese, nel 2017, era stata inizialmente cassata ma il nuovo Governo ha poi voluto aprire uno spiraglio e intavolare un dialogo. Intanto però i giorni passano e i silenzi non fanno altro che aumentare il clima di incertezza. “Una sospensione sine die – evidenzia Gianella – di fatto corrisponde a una chiusura. E’ evidente quindi che se la volontà è quella di andare avanti è opportuno iniziare immediatamente a muoversi e riprogrammare la riapertura del punto nascita.

Da questo punto di vista credo che il messaggio più forte sia quello lanciato a luglio dal governatore Zaia che si è espresso contro le chiusure dei punti nascita veneti. Non passa giorno che qualche mamma e futura mamma mi fermi per strada o mi scriva per sapere quando si potrà tornare a partorire a Piove.

L’utenza, ma anche chi lavora nel presidio ospedaliero, merita rispetto e quindi risposte certe”. A Piove, non è un mistero, in campo sanitario, ci si sente un po’ figli di un dio minore.

“Da noi – aggiunge il sindaco – si chiude perché mancano medici pediatri e non arriviamo a 500 parti. Portogruaro, che quest’anno non arriverà a 200 parti non solo rimarrà aperto ma è stato dotato anche di un Centro di procreazione assistita, che era previsto anche a Piove e che è rimasto sulla carta. A Cittadella la Regione investirà qualcosa come 25 milioni di euro. Siamo stanchi di prese in giro”.

Alessandro Cesarato