Le maree e il forte vento di Scirocco hanno causato danni alle imbarcazioni e spazzato via una decina di cavane
Diverse criticità e ingenti danni al mondo della pesca nel cuore del Delta del Po, dopo la piena dovuta agli ultimi eventi meteo. Una situazione che ricorda l’alluvione del 1951.
“Le maree e il forte vento di Scirocco hanno causato danni alle imbarcazioni e spazzato via una decina di cavane nella Sacca degli Scardovari, dove i pescatori si sono già messi al lavoro per ricostruire i pontili danneggiati, togliere quello che è rimasto dei capanni, necessari per il ricovero delle attrezzature da pesca e del lavoro quotidiano degli allevatori di cozze” commenta Paolo Mancin, presidente della cooperativa Delta Padano e del consorzio di tutela della cozza Dop. “Si devono ancora quantificare i danni ai vivai, dovuti soprattutto all’eccessivo abbassamento della salinità dell’acqua, per la notevole portata d’acqua dolce del fiume Po arrivata in sacca”.
Stessa situazione anche nelle lagune del Canarin e di Barbamarco dove si raccolgono le vongole: “Una realtà importante del settore ittico, formato da 14 cooperative di pescatori del territorio, per un totale di circa 1500 addetti ai lavori. Un ecosistema delicato, dove l’eccessiva acqua dolce può far perdere la coltivazione dei mitili. Stiamo riscontrando danni anche nei vivai di cozze a mare ancora non quantificabili” evidenzia Luigino Marchesini, presidente del consorzio cooperative pescatori O.P.
“Con il cedimento dell’argine in busa di Tramontana, lingua di terra a Pila che separa acqua salata da acqua dolce, temiamo una nuova moria di vongole – commenta il sindaco Pizzoli -. C’è uno stanziamento per un progetto di 300mila euro per sistemare l’arginatura, a cura del Genio Civile e della Regione del Veneto”.
Guendalina Ferro