Stop al progetto che coinvolge Este, Baone, Cinto Euganeo e Arquà Petrarca, se ne riparla in autunno. Pesano l’esito negativo del sondaggo, la scadenza elettorale in due comuni e il risultato dei referendum
Fusione, se ne parla in autunno. La fusione tra Este e i tre Comuni dei Colli finisce in congelatore e si ferma per le elezioni amministrative, che coinvolgeranno due dei quattro Comuni che si sono affacciati al possibile matrimonio tra enti. Di fusione a quattro – tra Este, Baone, Cinto Euganeo ed Arquà Petrarca – si era cominciato a parlare ad aprile con l’adesione allo studio di fattibilità da parte degli enti coinvolti. Un pre-sondaggio aveva evidenziato forti contrarietà al progetto: su 622 cittadini che hanno votato, il 53,4% ha ritenuto inopportuna la fusione, con picchi altissimi nei tre Comuni minori (a Lozzo l’88% ha votato “no”).
Dopo i primi incontri pubblici, inoltre, i sindaci di Lozzo Atestino e Cinto Euganeo hanno chiaramente espresso forti dubbi sul progetto, rimandando qualsiasi valutazione alle amministrazioni future o continuando a ribadire soluzioni alternative come l’aggregazione con Vo’ e Arquà più che con Este. Al di là di questi dati oggettivi, a fine anno il sindaco di Este, Roberta Gallana, ha confermato la volontà di stoppare temporaneamente qualsiasi valutazione sulla fusione.
«Aspettiamo i tempi della politica e attendiamo dunque le elezioni amministrative che riguarderanno Cinto Euganeo e Baone» ha affermato Roberta Gallana «Dopo la tornata elettorale, capiremo se c’è una volontà comune di fare un percorso da condividere». Difficilmente si parlerà di matrimonio tra Comuni prima del prossimo autunno. Insomma, la fusione si prende una seria e lunga pausa di riflessione. Il progetto si cala peraltro in un contesto storico molto ostile ai percorsi di aggregazione.
Nella nostra provincia e in generale nel Veneto i progetti di fusione hanno incassato sonore batoste, a partire dai recenti referendum che hanno bocciato la nasciata di Terre Conselvane (Conselve, Cartura e e Terrassa Padovana) e di Fortezza d’Adige (Masi e Castelbaldo). Solo a Borgo Veneto (Saletto, Megliadino San Fidenzio e Santa Margherita d’Adige) è riuscito l’accordo ed è stato trovato il consenso popolare, pur con la defezione di Megliadino San Vitale dopo il referendum.
Este arriva poi dal fallimentare tentativo di fusione con Ospedaletto Euganeo (portato avanti dall’amministrazione di Giancarlo Piva e archiviata con la Gallana) e dai battibecchi iniziali con Baone, all’avvio di questo nuovo tentativo di aggregazione.
Nicola Cesaro