“Tarta-Tur” è il nome del progetto di Cooperazione Interterritoriale, che l’Università degli Studi di Padova sta realizzando grazie ai finanziamenti europei
Si tratta di somme transitate attraverso il Gruppo azione costiera (Gac) del Veneto e del Friuli Venezia Giulia (Flag Gac Chioggia e Delta del Po e dal Flag Gac Fvg), con lo scopo di valutare l’interazione della pesca marittima e della maricoltura con le tartarughe e i delfini nella fascia costiera del Distretto di Pesca Alto Adriatico.
Uno studio che andrà a contrapporsi ai dati dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)“per garantire la partecipazione attiva del mondo della pesca, che è il primo a voler tutelare l’ambiente marino e le sue specie” ha commentato il presidente del Gac Veneto, nonchè sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli.
Un progetto che si inserisce “in un percorso condiviso tra Distretto, Regioni, Ministero dell’Ambiente e Mipaaft con l’obiettivo di definire le zone Natura 2000 sulla base delle evidenze scientifiche e con una contestuale definizione delle misure di gestione.
“Attenzione sicuramente ai delfini e alle tartarughe ma salvaguardiamo anche il lavoro dei pescatori di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia” ha detto il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Franco Manzato, in occasione della presentazione del progetto Tarta-tur alla riunione congiunta del Comitato di Gestione e del Gruppo Tecnico del Distretto di Pesca Alto Adriatico, avvenuta agli inizi di febbraio nella sede della Regione Emilia Romagna.
Gu.Fe.