Due pietre per ricordare due vite spezzate dall’odio. Sono state posate tra piazza Maggiore e piazzetta Trento per onorare la memoria di Emma e Anna Zevi.
Mamma e figlia di stirpe ebraica, arrestate il 4 dicembre 1943 proprio in piazza, mentre erano al lavoro nel loro negozio di stoffe. Quell’arresto fu l’inizio della fine per Emma e Anna, che morirono poi ad Auschwitz.
In ricordo delle due donne sono state depositate due targhe in ottone nella pavimentazione, su cui sono stati incisi i nomi di Emma e Anna e i dati che raccontano la loro tragica fine. Ad assistere alla posa delle due pietre c’erano i rappresentanti dell’amministrazione comunale, delle forze dell’ordine e delle associazioni atestine, oltre a una folta rappresentanza di studenti di ogni ordine e grado. Era presente anche il professor Giorgio Romanin Jacur, rappresentante della Comunità Ebraica di Padova.
Le pietre sono state collocate a ridosso della targa che già da alcuni anni ricorda l’arresto di madre e figlia. Emma e Anna vennero internate nel campo di raccolta di Vo’ insieme ad altre 45 persone, e lì rimasero fino alla fine di luglio 1944. Pochi mesi dopo, entrambe furono giudicate dal medico del campo inabili al lavoro e destinate alla “soluzione finale”.
Il 17 luglio, i tedeschi irruppero nel campo di raccolta, prelevando tutti gli internati con due camion, pronti per essere trasferiti a Padova e, subito dopo, a Trieste, al campo Risiera San Sabba. Madre e figlia furono deportate ad AuschwitzBirkenau con il convoglio numero 33T del 31 luglio 1944, partito da Trieste. Il 3 agosto giunsero al campo di sterminio, dal quale non fecero più ritorno.
Nicola Cesaro