giovedì, 28 Marzo 2024
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I Free Bikers di Porto Viro ambasciatori in Thailandia

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L’Estremo Oriente è passato ancora una volta sotto le ruote delle biciclette dei Free Bikers.

Dopo il Vietnam, la meta di quest’anno dei portoviresi Mario Mantovan, Vincenzo Mancin, Mauro Garbin e del portotollese Vittorio Cacciatori, è stata la Thailandia, l’antico regno del Siam. Preparatissimi ecoturisti ma anche ambasciatori della propria terra, in questa ultima avventura hanno avuto lo ‘sponsor’ del consiglio regionale Veneto, che durante un incontro a Palazzo Ferro Fini ha loro consegnato unvessillo con il Leone marciano da donare all’ambasciatore a Bangkok, Lorenzo Galanti: bandiera che, nella allegata lettera del presidente Roberto Ciambetti, “per prassi consolidata prima di essere riposta e offerta in dono, deve aver sventolato sul Canal Grande in modo tale da portare nelle sue fibre anche l’aria della città di Venezia”.

Più di mille chilometri totali, trascorsi tra natura, strade, villaggi e mercati del regno asiatico, dove non sono mancate sorprese come il furto del cibo da parte di alcune scimmie, l’incontro con un ragazzo che sfoggiava la maglia della Juventus, una curiosa gara tra galli non in combattimento ma in competizione ‘canora’, o ancora l’attraversamento di un pericolante ponte di legno, che hanno affrontato come scaltri Indiana Jones.

Nell’avvicinarsi alla cultura locale hanno anche avuto un assaggio di quanto quella occidentale sia ormai arrivata così lontano, quando un monaco buddista ha offerto loro della Coca Cola durante una sosta. Nel caldo umido della terra d’Asia i Free Bikers sono poi giunti nel Nord, nel distretto di Chae Hom, e aggiornando la loro pagina Facebook con foto e filmati, hanno fatto viaggiare con la fantasia anche i molti che li seguivano da casa; in una diretta Skype i quattro amici hanno collegato l’Università Popolare portovirese con la missione diocesana triveneta gestita dai sacerdoti don Raffaele Sandonà e don Bruno Rossi ai quali hanno consegnato i fondi raccolti dal centro salesiano San Giusto.

I due parroci sono famosi per aver dato vita a un impianto per la tostatura del caffè ed aver così dato modo a molti giovani dei villaggi di imparare un mestiere commercializzando quello che è stato battezzato ‘Caffè Bruno’. Durante la diretta video, davanti alla telecamera hanno sfilato ragazze e ragazzi in costumi tradizionali di varie tribù thailandesi, deliziando chi li stava seguendo dalla sala consigliare del municipio. Altre tappe hanno illustrato l’operosità di molti altri religiosi italiani all’estero: dall’ispettoria salesiana di Thailandia, Cambogia e Laos, ai padri camilliani, agli oblati e ai cappuccini. Ad ascoltare i quattro al loro ritorno, sicuramente uno dei loro viaggi meglio riusciti.

Fabio Pregnolato